Il Friuli Venezia Giulia è una regione ricca di storia e arte medievale. Due esempi di tesori nascosti di notevole interesse sono le arche del beato Odorico da Pordenone e del beato Bertrando; entrambe hanno avuto vicende travagliate poiché non si trovano nella loro locazione originaria ma sono state smontate e rimontate nel corso del tempo.
L’arca del Beato Odorico da Pordenone risale al 1331, ed è oggi collocata nella chiesa della Beata Vergine del Carmine a Udine. È tuttora considerata il primo esempio di scultura gotica a Udine, fu realizzata inizialmente per la chiesa di San Francesco, dove rimane fino al 1771, anno nel quale viene smontata per poi essere ricostruita nel 1931 nella chiesa in cui si trova oggi.
Arca di Beato Odorico da Pordenone nella sua collocazione attuale
Entrando nella chiesa, il primo lato visibile al fedele, mostra la scena della Deposizione di Odorico: secondo alcuni studiosi, essa doveva essere posta nella parte posteriore e il lato anteriore avrebbe dovuto mostrare la Predica di Odorico. Interessante è la parte inferiore della Deposizione, rappresentata dallo stesso Odorico trionfante, con in mano due stemmi; ai suoi lati sono presenti una croce guelfa, ad indicare l’alleanza con Roma e il papato, e due angeli.
Deposizione di Odorico
Dettaglio della parte inferiore: Odorico trionfante
Come già detto, il lato posteriore rappresenta la scena della predicazione di Odorico, con ai lati due statue dell’Arcangelo e della Vergine, anch’esse probabilmente poste originariamente nella parte anteriore.
Particolare dell’Arcangelo
Particolare della Vergine
La seconda opera citata conservata in Friuli è l’arca del beato Bertrando, Patriarca di Aquileia nella prima metà del XIV secolo e di origine francese.
L’opera, commissionata dallo stesso Bertrando, è stata coinvolta in una serie di vicende complicate fin dalla sua creazione: era infatti assegnata inizialmente ai corpi dei Santi e Protomartiri aquileiesi Ermagora e Fortunato e destinata alla Basilica di Aquileia. L’obiettivo del Patriarca Bertrando era quello di promuovere la città attraverso i santi storici: Ermagora, fatto vescovo a Roma da Pietro in persona, sarebbe partito con San Marco e tornato con Fortunato a predicare in Friuli, provocando così molte conversioni nell’Italia nordorientale. Per questo subì una serie di torture prima di essere decollato insieme al suo Arcidiacono Fortunato.
Arca del Beato Bertrando nella sua collocazione odierna
Sappiamo che nel 1353 è stata trasferita nel Duomo di Udine per accogliere il corpo di Bertrando e per promuovere il culto di un santo che poteva avere una risonanza importante nel capoluogo del Friuli.
È singolare il fatto che le immagini rappresentate sull’arca non parlano del culto di Bertrando, ma dei santi la cui pratica devozionale era stata promossa da Bertrando stesso; l’avvicinamento delle reliquie di un nuovo santo ai resti dei protomartiri storici poteva contribuire alla promozione del patriarca nella città di Udine.
Un ulteriore smontaggio dell’arca è avvenuto per il trasporto dell’opera nel Battistero dello stesso Duomo, nel quale è stata rimontata solo nel 1937.
Particolare della cassa dell’arca
Tutte le vicende dei santi sono rappresentate sulla cassa dell’arca attraverso dei rilievi continui, partendo dalla scena della nomina a Vescovo di Ermagora e proseguendo in senso orario. Il parallelepipedo è sopraelevato su colonne, strutture portanti impersonate da quattro figure femminili ed una maschile.
Dettaglio delle colonne antropomorfe
Alcune delle vicende narrate dai bassorilievi sono: La nomina a Vescovo di Ermagora, La predicazione (che porta alla conversione dei pagani), il battesimo delle famiglie convertite da Ermagora e Fortunato, il momento finale del martirio, la tortura di Ermagora e la fustigazione di Fortunato, la Decollazione, che prosegue nel lato successivo con la Deposizione.
Dettaglio del lato corto: il battesimo delle famiglie convertite da Ermagora e Fortunato
Dettaglio del lato lungo posteriore. Da destra: I tentativi di tortura di Ermagora e fustigazione di fortunato, liberazione del demonio
Dettaglio lato corto: La decollazione
Con una sapiente calibrazione delle figure, l’artista è riuscito a far girare continuamente lo spettatore intorno all’opera, dando phatos e classicità alle scene rappresentate.
Un focus particolare è da porre sulla cornice con motivi naturali, modanatura a dentelli e decorata con apostoli e profeti.
Dettaglio della cornice superiore
La domanda che gli studiosi si pongono più spesso riguarda le maestranze: secondo molti l’arca è stata lavorata a più mani, poiché si notano delle differenze stilistiche che consistono fondamentalmente nellla resa più morbida e meno affilata degli oggetti rappresentati. L’ipotesi più plausibile è che la cornice sia stata fatta da maestranze veneziane, mentre i bassorilievi abbiano dei collegamenti con la scultura lombarda.
Questa tipologia di arca sopraelevata è frequente in area veneta ma diventa importante nel corso di tutto il Trecento italiano come sepolcro di nuovi santi (si ricordi San Domenico a Bologna) o di santi antichi che si voleva riportare in auge e a cui rivolgere preghiere come richieste di intercessione verso il divino.
Arca di San Domenico a Bologna