In onore del centenario dalla nascita del friulano Marcello D’Olivo, i Civici Musei di Udine hanno presentato a dicembre la mostra intitolata “Marcello D’Olivo. Architetto del mondo in Friuli Venezia Giulia”, che sarà visibile fino al prossimo 30 aprile.
Ma chi era questo architetto?
Marcello D’Olivo nasce a Udine il 27 febbraio 1921. È stato un architetto, pittore, urbanista e cominciò ad avvicinarsi a questo mondo grazie all’amicizia con il nipote dell’architetto Raimondo D’Aronco, che gli aprì la biblioteca dello zio. Dopo essersi diplomato al liceo artistico di Venezia negli anni della guerra, venne arrestato dai nazisti e deportato in un campo di concentramento; riuscì a fuggire grazie alla conoscenza della lingua tedesca e dopo aver rubato una divisa delle SS. Una volta tornato a Venezia cominciò la facoltà di architettura, dove si laureò nel 1947.
Zipser, Grado
Il suo operato in campo architettonico e urbanistico viene definito organico-sperimentale, poiché il suo pensiero (molto attuale) si basava su un equilibrio tra natura e tecnica, un tipo di architettura sempre in rapporto col territorio. Nelle sue opere raffigurava la natura, reinterpretandone le forme nelle sue opere in cui voleva far convivere arte e architettura.
Progetto dell’impianto urbanistico di Lignano Pineta
Il critico e storico d’architettura Guido Zucconi, cercando di dare una visione d’insieme del D’Olivo, lo definì “architetto d’impresa”, sintesi che evidenzia la relazione che l’architetto ebbe con il mondo dell’industria e della prefabbricazione.
La sua carriera inizia negli anni Cinquanta con la progettazione del piano di lottizzazione di Lignano Pineta. Qui, una delle sue opere più famose è l’impianto urbanistico a spirale detta “chiocciola”, progetto elaborato in pochi mesi, presentato nel 1953 ed iniziato già nel 1955. A Lignano realizza anche il “treno”, la successione di negozi, locali pubblici e appartamenti che dal centro della spirale arriva fino al mare e lavora anche ad originali ville, che fecero scrivere allo storico d’architettura Bruno Zevi che “D’Olivo è il Wright italiano”. In Friuli operò anche a Udine, Aquileia, Grado, Gorizia, Forni di Sopra, Trieste e Tarcento. Inoltre, in Italia lavorò a Bologna, Firenze, Torino, Milano, Roma, Ragusa, Cremona, Napoli, Salerno, in Calabria e Valle d’Aosta. Studiò la costruzione di opere anche nella Repubblica Dominicana, in Australia, in Gabon, a Gerusalemme, Chicago e Parigi.
Gusmay Resort, Puglia
Negli anni Settanta frequentò personaggi come Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, Giorgio De Chirico, Le Corbusier, Giuseppe Zigaina, Renato Guttuso, Mino Maccari e molti altri. Queste frequentazioni gli permisero di ampliare i suoi orizzonti, infatti durante la sua vita si interessò agli argomenti più disparati, non solo arte e architettura ma anche filosofia, letteratura, fisica quantistica e molti altri.
Mercato ortofrutticolo di Trieste
Nel 1977 presentò uno schema per la ricostruzione del Friuli dopo gli eventi sismici dell’anno precedente, ma la sua idea di una “grande Udine” non trovò molti consensi e non venne presa in considerazione.
Quando nel 1985 tornò a Udine, decise di dedicarsi alla produzione pittorica che, come quella architettonica, ha sempre voluto trattare il legame tra uomo e natura. L’anno successivo infatti, realizza una mostra dei suoi progetti e dei suoi quadri a Los Angeles.
Morì a Udine all’alba del 24 agosto 1991; nel corso dei suoi 45 anni di carriera, progettò quasi 400 architetture in tutto il mondo. Alcuni dei suoi progetti furono presentati alle Biennali di architettura di Venezia nel 1978, 1982 e 2004.
Villa Mainardis, Lignano
Dettaglio mosaico Villa Mainardis, Lignano
Le fotografie, le immagini e i progetti delle sue opere sono visibili, oltre alla mostra allestita in castello fino al 30 aprile, all’archivio D’Olivo, custodito alle Gallerie del Progetto di Palazzo Morpurgo a Udine.
Villa Spezzotti, Lignano