C’è stato un poeta che diceva “io so. Ma non ho le prove”.
Vi è un edificio che espone una facciata esteticamente gradevole, accattivante, rassicurante, che cattura l’attenzione. Questa facciata espone le diciture ‘sovranità popolare’, democrazia’, ‘diritti’, ‘libertà di espressione’. La sua manutenzione può essere chiamata ‘flusso delle informazioni consentite’.
Ma, dietro la facciata, vi è la realtà.
Di tanto in tanto, fugacemente, la realtà che sta dietro la facciata compare. Di tanto in tanto, al controllo del ‘flusso delle informazioni consentite’ sfugge qualcosa. Come abbiamo inequivocabilmente constatato in occasione della guerra fra Russia e Ucraina, il panorama della politica internazionale è caratterizzato dalla presenza di potenze e di stati satelliti.
Gli stati satelliti eseguono gli ordini, punto e basta. Così, pur pagandone il prezzo maggiore, i paesi europei hanno eseguito senza fiatare l’ordine americano di ‘separarsi’ dalla Federazione russa. La NATO è sempre stata illustrata come un’alleanza difensiva e dedita alla promozione della pace, ma nemmeno questo è mai stato vero.
Non so cosa abbia spinto Giuliano Amato, dopo tantissimi anni, a rivelare ciò che molti avevano sospettato e a sollecitare il Presidente francese a fare luce sulla strage di Ustica. Sta di fatto che, quel lontano 27 giugno 1980, il Comando della NATO ha fatto inscenare una finta esercitazione aerea durante la quale un missile, partito da un caccia francese, doveva colpire un Mig libico dove si pensava viaggiasse il colonnello Muhammar Gheddafi. Il missile ha abbattuto un DC9 civile, con 81 persone innocenti a bordo. (In verità, di questa pista Francesco Cossiga aveva già parlato nel 2008).
A partire dal giorno successivo è stato eretto un ‘muro di gomma’ (copyright Andrea Purgatori), con tanti saluti alla giustizia, alla verità e ai diritti dei familiari delle vittime. Amato ha raccontato che nel 1986, da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, riceveva visite di generali che cercavano di convincerlo della tesi di un ordigno esploso all’interno del DC9, ma lui comprendeva benissimo quanto la nostra aeronautica fosse schierata in difesa della menzogna.
Dietro la vicenda doveva esserci un segreto riguardante la NATO.
Da diverse dichiarazioni, rilasciate da parte di alcuni nostri politici, a me è parso che quella che ingenera maggiore turbamento è la parte dell’intervista in cui Amato ha detto che Gheddafi fu salvato da Bettino Craxi. Il segretario socialista di allora avrebbe avvertito il leader libico del piano congegnato dalla NATO per la sua eliminazione. Craxi, il cui partito appoggiava all’epoca dei fatti il governo in carica di Cossiga, avrebbe quindi infranto il ‘patto’ di sudditanza dell’Italia agli Usa e alla NATO.
Si tratta di atteggiamenti sediziosi, che un suddito mai dovrebbe assumere. Chissà, forse verrà aperte nuove indagini sul disastro di Ustica. Ma il ‘muro di gomma’ davanti alla questione della sovranità nazionale e popolare deve restare intatto. Specialmente adesso, che siamo impegnati – da sudditi fedeli e silenti – in una guerra che lede i nostri principi costituzionali e i nostri stessi interessi.
Anche la ‘democrazia’ può essere – e spesso risulta – opaca. Possiamo periodicamente votare, scegliendo fra una rosa di partiti, ma le decisioni che veramente contano sono al di fuori della nostra portata di cittadini e persino di quella dei rappresentanti eletti.
La sovranità popolare è una fantasticheria.