Una delle sculture più celebri di Antonio Canova è indubbiamente Amore e Psiche, scolpita nel 1793 e conservata al Museo del Louvre di Parigi.
Amore e Psiche, Antonio Canova, 1793 ca, Parigi, Musée du Louvre
Ma non tutti sanno che lo scultore neoclassico, nel 1800 circa, crea una nuova versione chiamata Amore e Psiche stanti, ad oggi conservata al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.
Quest’ultima versione rappresenta un tema caro a Canova: l’incontro tra Amore e Psiche e la loro passione che diventa il simbolo di due amanti che lottano per poter vivere in una comunione carnale e spirituale. La storia descritta dalla scultura è quella narrata dello scrittore e filosofo Apuleio nel suo Asinus aureus, nel quale racconta dell’amore celato tra il dio Eros e Psiche, la mortale di eccezionale bellezza; dopo numerose vicissitudini che videro prima Psiche rinchiusa in un magico castello, e in seguito il superamento di diverse e pericolose prove date da Venere alla giovane per recuperare l’amore per il figlio della dea, i due innamorati diventati entrambi immortali, convolano a nozze sull’Olimpo.
Amore e Psiche stanti, Antonio Canova, 1800 ca, San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage
In quest’opera scultorea, i due sono legati in un tenero abbraccio mentre osservano la farfalla che la ragazza appoggia delicatamente sul palmo di Amore, animale che, secondo la classicità greca, rappresenta l’allegoria sia dell’anima che la fanciulla dona all’amato, sia della caducità della vita.
Dettaglio Amore e Psiche stanti, Antonio Canova
In questa scultura Canova vuole simboleggiare la loro innocenza ritraendoli con fattezze adolescenziali, che rendono evidente la ricerca dello scultore di un’espressione del bello aggraziata dalla giovinezza.
La composizione è un lampante rinvio all’arte greca, poiché l’autore vuole tendere all’idealizzazione della bellezza classica e senza tempo.
Sebbene la scultura mostri due soggetti distinti, fisicamente essi si compongono come un unico corpo, stretti a sé da una postura che comunica complicità e intimità. La coppia si trova in piedi, con capo chino, mentre le gambe di entrambi fanno intendere un avvicinamento tra i due. L’espressione sul volto di entrambi è serena e distesa. La bella Psiche è rappresentata frontalmente, leggermente coperta da un tessuto in vita, con una mano che sorregge il polso di Amore e l’altra che posa delicatamente sulla mano di lui la farfalla. Il dio privo delle consuete ali tagliate dalla madre Venere è invece rappresentato nudo, con il braccio destro che scorre lungo il collo di Psiche e la guancia che si appoggia sulla spalla di lei.
Visione posteriore della composizione scultorea
Il fulcro espressivo dell’intera composizione è questo gioco di mani che si intrecciano, accarezzano e si proteggono a vicenda.
Dettaglio dell’intreccio delle mani dei due amanti con la farfalla
Mentre l’attenzione nella fattezza della composizione è esemplare, non è presente alcun riferimento al luogo nel quale i due fanciulli si trovino, è come se i due innamorati si abbracciassero in un spazio senza tempo.
L’opera mostra soprattutto la sensibilità e l’abilità di Canova nel trattare il marmo. La purezza della modellazione che come abbiamo visto suggerisce l’idealità formale delle sculture antiche, in realtà rende la composizione estremamente moderna per concezione ed iconografia. La bellezza, l’equilibrio di questo gruppo scultoreo, sprigiona un significato pressoché incorporeo per cui l’osservatore, ammirando il tenero abbraccio tra i due giovani amanti, si commuove non solo della loro perfezione ellenistica, ma in particolar modo per il sentimento spirituale che l’autore è riuscito a trasmettere grazie alla sua destrezza e il suo animo puro.