Con poche ma chiare parole inviate alla carta stampata della regione, i comitati a difesa sanità pubblica della nostra regione (Renato Osgnach Comitato per la tutela della salute nelle Valli del Natisone e Cividale; Claudio Polano Comitati a difesa del San Michele – Gemona; Cesare Monea Comitato Pedemontana Vive – Maniago; Gianfranco Zuzzi Comitato No Tagli Sanità – Sacile) hanno proclamato un flash mob di protesta alle ore 10 sabato 27 Novembre, di fronte agli ospedali di Cividale, Gemona, Maniago e Sacile. Lo scopo dell’agitazione è far sentire ancora il proprio malcontento e formulare le proprie richieste. Questo il testo del comunicato diffuso: “Mentre aspettiamo che qualcuno della regione ci risponda rispetto alla legittima richiesta di applicare il decreto Balduzzi agli ospedali di Cividale, Gemona, Maniago e Sacile, il coordinamento regionale dei comitati di questi quattro ospedali organizza contestualmente nelle quattro città alle ore 10 del 27 novembre un flash mob per rilanciare questa proposta, aggiungendo al tema generale le molte criticità locali. Inizia in questi termini una nota dei comitati gemonesi a difesa dell’ospedale San Michele, dove si sottolinea con forza come non sia possibile lasciare ancora chiuso il ppi per un territorio di circa 25.000 abitanti, che talvolta è anche privo della guardia medica.
Chiediamo con forza al Governo regionale l’attuazione di quello che chiesero loro a suo tempo alla Serracchiani e cioè salvare e rilanciare nelle funzioni di base questi quattro piccoli ospedali, ma non per questo meno importanti, collocati in territorio montano, pedemontano o disagiato. Luoghi dove vive fra l’altro la popolazione più anziana e con il più alto tasso di mortalità della regione. Ma aspettiamo anche un consiglio comunale aperto a Gemona, che abbiamo richiesto, dove finalmente si faccia chiarezza una volta per tutte, su quale sarà il destino del San Michele, in particolare sulle sue future funzioni e servizi con relativo organico, visto che l’attivazione del reparto di riabilitazione cardiologica e neurologica del Gervasutta, soprattutto per mancanza di personale, purtroppo è ben lontano dal realizzarsi.
Ma come abbiamo ben capito, la risposta per il Balduzzi è squisitamente politica e per ora totalmente negativa. Cio’ è inspiegabile alla luce dei prossimi bilanci della Regione, che vedranno rimanere al loro interno diverse centinaia di milioni per i prossimi anni, non più trasferiti a Roma e a cui si aggiungeranno i 125 milioni di E per la Sanità, previsti dal pnrr. Inoltre chiediamo il motivo della mancata realizzazione della elipiazzola, prevista dal piano urgenze/emergenze e finanziata da anni e per ora neppure progettata, mentre in Regione ne sono state già realizzate una sessantina e altre sono in corso d’opera. Infine confermiamo la necessità di riavere un vero reparto di Medicina, che possa trattenere in loco soprattutto i pazienti anziani, oggi sballottati in altri ospedali, con i relativi costi sociali per la lontananza dalle famiglie e anche economici e una day surgery chirurgica per gli interventi più comuni”.