Dal 18 settembre al 3 ottobre scorsi, i visitatori e gli abitanti di Parigi hanno potuto osservare una particolare installazione che ricopriva totalmente l’Arco di Trionfo situato alla fine dell’Avenue des Champs-Élysées. Si tratta di un’idea voluta dagli artisti francesi Christo e Jeanne-Claude che tra il 1962 e il 1963 hanno progettato nei minimi dettagli la bozza della spettacolare installazione che ad oggi pare prendere vita. Il lavoro è iniziato con un fotomontaggio dell’arco impacchettato, per poi proseguire nel 1988 con un collage ed una ripresa del progetto nel 2017, anno nel quale la coppia ha riproposto il progetto alla città di Parigi riuscendo finalmente ad ottenere le autorizzazioni per la realizzazione dell’opera che negli anni Sessante venne considerata troppo ambiziosa.
Progetto di Christo per l’Arco di Trionfo impacchettato
Disegno di Christo
Christo è stato uno dei più grandi artisti dell’età odierna e padre indiscusso della Land Art che ci ha lasciati lo scorso anno poco prima di vedere realizzata la sua opera più grande. Infatti, prima del grandioso progetto che vede protagonista uno dei simboli più iconici della capitale francese, il maestro aveva “impacchettato” altre opere architettoniche come il parigino Pont Neuf, che altro non fa che aggiungersi a molteplici opere del XX secolo quali: Wrapped Coast, Little Bay a Sydney, Valley Curtain in Colorado, Running Fence in California, Surrounded Islands a Miami, The Umbrellas in Japan and California, Wrapped Reichstag a Berlino, The Gates al Central Park di New York, The Floating Piers sul Lago d’Iseo e la London Mastaba sul Serpentine Lake di Londra.
Pont Neuf, Parigi
Wrapped Coast, Little Bay, Sydney
Valley Curtain, Colorado
Running Fence, California
Surrounded Islands, Miami
The Umbrellas in Japan and California
Wrapped Reichstag, Berlino
The Gates, Central Park, New York
The Floating Piers sul Lago d’Iseo
London Mastaba, Serpentine Lake, London
I lavori di montaggio delle impalcature intorno all’arco di Trionfo hanno visto l’impiego di 500 operai e sono iniziati a luglio di quest’anno e il 12 settembre, sotto gli occhi increduli di un gruppo di curiosi, sono stati srotolati i primi drappi che avvolgevano l’arco napoleonico grazie ad una squadra di tecnici che tramite una fune si è lanciata dal tetto per dispiegare il tessuto.
Quest’ultimo è stato quindi ricoperto da 25000 metri quadrati di tessuto in polipropilene azzurro argentato e 3000 metri di corde rosse: sia il tessuto che le corde sono realizzati in materiali riciclati e riciclabili, il che dà al progetto il marchio di ecosostenibilità.
Srotolamento
L’opera è stata realizzata senza ricevere finanziamenti né pubblici né privati ma sarà prodotta dall’Estate Christo V. Javacheff anche grazie al ricavato della vendita di dipinti, disegni preparatori, plastici e litografie, Il team di lavoro è composto dalla squadra di Christo con a capo il nipote dell’artista Vladimir Yavachev, in partenariato con il Centro dei Monumenti Nazionali e il sostegno del Comune di Parigi, che hanno lavorato secondo i dettami lasciati dalla coppia di artisti.
“Sarà come un oggetto vivente che si animerà nel vento e rifletterà la luce. Le pieghe si muoveranno, la superficie del monumento diventerà sensuale. Le persone avranno voglia di toccare l’Arco di Trionfo”: così parlava Christo di quel progetto nato dalla collaborazione con Jeanne-Claude, sua compagna di vita e di arte. Infatti il monumento, oltre a poter essere toccato dagli spettatori, appare come un oggetto animato dal vento che illumina il quartiere quando i raggi del sole si riflettono sulla sua superficie: è sorprendente.
L’Arc de Triomphe empaqueté, 2021
Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il presidente Emmanuel Macron, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo e l’ex sindaco di New York Micheal Bloomberg.