Elio Fiorucci fondò nel 1967 il leggendario brand di moda Fiorucci, che per il suo carattere sperimentale e pop raggiunse negli anni il successo globale. Nel corso della sua carriera, lo stilista strinse amicizia con molteplici artisti di punta del momento, che lo portarono ad avvicinarsi ad intellettuali ed artisti della cerchia della pop art. Il forte legame che strinse con Andy Warhol portò Elio alla conoscenza di Keith Haring, il re incontrastato del graffitismo e della street art newyorkese. Il rapporto di stima e affetto che nacque era fondato soprattutto sulla condivisione di un desiderio di espressività e sulla comune ambizione di produrre e offrire al pubblico la “bellezza”. Fu così che nel 1983 Elio invitò Keith Haring a Milano chiedendogli di trasformare il suo storico punto vendita, il primo store fondato da Fiorucci nel 1967, in una particolare opera d’arte.
Keith Haring
Haring accettò felicemente la proposta ed insieme ad Angel Ortiz, il graffiti artist noto con il nome di LA2, dipinse gli oltre 500 metri quadrati di superficie del locale.
Locandina dell’evento
Gli artisti decisero che la riprogettazione del negozio sarebbe avvenuta come una sorta di performance, con l’intento di regalare al pubblico italiano un momento di scoperta e stupore unico.
Nel corso di tredici ore, il writer statunitense attuò un vero e proprio intervento di Action Painting, decorando gli interni dello store di Fiorucci. Per la realizzazione dell’opera, fece uso di bombolette spray su pannelli di legno, creando i suoi “subway drawings”, i disegni che animavano di vita e di energia il grigio della metropolitana newyorkese. I graffiti raffiguravano i suoi soggetti più iconici, gli omini, che rivitalizzarono immediatamente lo spazio con i loro molteplici colori, mutando i muri della struttura in superfici in grado di comunicare con le persone. Inoltre, una parte della pittura utilizzata, era spray al neon fluorescente che emetteva luce al buio, per dare ancora una maggiore sensazione di movimento e rendendo le pareti “vive”. L’azione venne accompagnata dalle selezioni del DJ Maurizio Marisco, dando vita a una performance site-specific.
Haring sviluppò nel corso degli anni, un linguaggio visivo inconfondibile grazie al suo particolare stile lineare e colorato che combinava pittura, graffiti e street art, affermandosi come uno dei pionieri della scena artistica di New York negli anni Ottanta. Tutte le sue opere sono caratterizzate da una grande accessibilità e dal desiderio di incorporare l’arte nella vita quotidiana.
Vagone della metropolitana decorato da Keith Haring
Il risultato della performance, chiamato Fiorucci Wall, venne “salvato” da Elio dopo lo smantellamento dell’installazione, conservato per decenni nella sua personale collezione e restaurato da lui nel 1991. Successivamente è entrato nella collezione del MACo, Museum of Antique and Contemporary arts di Chiang Mai, in Thailandia.
Fiorucci Wall, Keith Haring, MACo, 1984