Thank you doctors

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Gli operatori dell’Azienda Sanitaria Friuli Centrale hanno dichiarato lo stato di agitazione. Il personale sanitario che lavora negli ospedali pubblici della nostra regione non vuole essere chiamato eroe ma vuole “essere rispettato, considerato, e non maltrattato e abbandonato da un sistema che giorno dopo giorno esprime inadeguatezza, disorganizzazione e incompetenza.” Queste sono alcune delle parole usate dal sindacato NurSind Udine di fronte alla prospettiva di un mancato accordo per il prossimo 17 novembre. Adesso che la pandemia ci ha riconsegnati ad uno stato di emergenza, tutte quelle tollerate fino a ieri carenze degli organici del personale medico, infermieristico e di supporto in generale, rischiano di portare il sistema alla paralisi. Il servizio offerto dalla sanità pubblica che fino a ieri era considerato carente in molte sue parti ma funzionante e tutto sommato soddisfacente, ora sta mostrando punti di debolezza e limiti. Conosco medici che nei reparti fanno con regolarità turni massacranti di tredici ore e infermieri che più o meno volontariamente sono stati spostati da un reparto all’altro. Vogliamo parlare poi dei tempi di attesa per le visite specialistiche e gli esami clinici? Non è possibile perché dati ufficiali non vengono forniti ma basta fare qualche tentativo al centralino del Cup per capire che troppo spesso ci sono tempi lunghissimi. Altro segno dello stato di crisi e dell’enorme tensione che interessa il Sistema Sanitario regionale è un fatto gravissimo emerso un paio di giorni fa. L’Assessore alla Salute del FVG ha emanato una circolare con la quale ha imposto il divieto ai professionisti che operano nella sanità di esprimersi pubblicamente su questioni inerenti il virus. Riservandosi in maniera esclusiva la facoltà di trattare con giornalisti e opinione pubblica il tema, impone all’ intero comparto un implicito bavaglio e al mondo dell’informazione una censura preventiva. Viviamo in uno strano e buffo paese. Negli ultimi dieci anni i politici da Monti a Gentiloni, senza dimenticare ovviamente Renzi e Serracchiani, hanno tagliato trentasette miliardi di spesa pubblica nel comparto della sanita. Se le cose non stanno funzionando come dovrebbero possiamo dire che il virus è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ la verità che dà voce alle proteste e al malcontento di chi è in prima linea oggi.

Foto di Karolina Grabowska da Pixels