Nei tempi antichi Venere veniva considerato un pianeta paradisiaco, colmo di vegetazione, acqua e creature fantastiche. Ovviamente, era una visione fantasiosa di chi la osservava da una distanza siderale, ma, oggigiorno, si presume che 2 o 3 miliardi di anni fa fosse un pianeta dal clima relativamente mite, con temperature comprese tra i 20°C ed i 50°C, ricoperto da vasti oceani di acqua in forma liquida; praticamente, un luogo ideale per ospitare la vita. E poi cosa accadde? Quale evento potrebbe averlo trasformato nell’inferno descritto negli articoli precedenti?
Uno studio recente ha messo in luce un elemento responsabile delle attuali condizioni di Venere, ovvero l’influsso gravitazionale di Giove, il gigante gassoso, nonché il pianeta più grande del nostro sistema solare. Questo oggetto cosmico ha una massa spaventosa, per cercare di capirla dobbiamo avvalerci di un esempio: uniamo ipoteticamente tutti i pianeti del sistema solare escludendo Giove (quattro rocciosi e tre gassosi), aggiungiamo anche quelli denominati nani (cinque), tutte le lune del sistema solare ( circa centocinquanta) e ripetete questa operazione per due volte e mezzo; Il risultato ottenuto e’ la massa di Giove. E’ evidente che l’influsso gravitazionale di questo pianeta su tutti gli altri è davvero notevole e lo è stato soprattutto durante le prime fasi di formazione del sistema solare.
E questi influssi gravitazionali riguardano quasi sicuramente anche Venere.
Nella fase iniziale della formazione del sistema solare, questo gigante gassoso ha compiuto dei movimenti di avvicinamento e di allontanamento nei confronti del Sole. Queste migrazioni hanno modificato radicalmente gli assetti gravitazionali e le orbite degli altri pianeti che girano intorno alla nostra Stella e tra questi, naturalmente, c’è anche Venere. In quest’ultimo caso, però, gli effetti potrebbero essere stati davvero terrificanti: Stephen Kane, astrobiologo dell’UC Riverside nonchè uno degli autori principali di questo studio, spiega che ad oggi l’orbita di Venere risulta quasi perfettamente circolare, più di qualsiasi altro pianeta del sistema Sol.
I risultati sembrano suggerire che le migrazioni di Giove abbiano provocato dei cambiamenti drammatici nell’orbita di Venere, il quale avrebbe affrontato e superato fasi di riscaldamento e di raffreddamento perdendo quell’ acqua che comunque era presente nella sua atmosfera. Nella ricerca, il team ipotizza che queste variazioni per Venere, ancora giovane in termini cosmologici, potrebbero aver accelerato l’evoluzione atmosferica verso l’inevitabile collasso, causandone l’inabitabilità.
Questa scoperta, messa in relazione con quella effettuata un paio di mesi fa relativa alla presenza di fosfina nell’atmosfera di Venere (Vedi: Nostra Sorella Venere: Parte Prima), suggerisce che, se elementi microbici fossero presenti oggi nell’atmosfera venusiana, essi sarebbero dovuti sopravvivere in presenza di estese nubi di acido solforico per più di 1 miliardo di anni dall’ultimo periodo in cui c’è stata acqua liquida sul pianeta. A parere degli scienziati si tratta di uno scenario improbabile da immaginare ma che comunque non risulta impossibile.