MERCOSUR, un accordo in corso di negoziazione tra L’Ue e quattro stati dell’America latina (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay) Trattato che si manifesta come uno dei più pericolosi, Trattato cui la Commissione ha dato un primo via libera già il giorno 1 luglio del 2019.
Per aprire agli interessi dell’agrobusiness della soia Ogm e dei grandi allevatori di carne venduta a basso prezzo in Brasile, stato capofila, si è proceduto senza scrupoli alla deforestazione in Amazzonia con un aumento record del 51% degli incendi tra gennaio e marzo 2020, giungendo a 9.762 Kmq di foresta persi nel 2019. Parallelamente sempre in Brasile si procede con un uso senza regole di pesticidi, anche vietati in Europa. In cambio, aumenterebbe l’export europeo di auto inquinanti, un’industria che invece di riformarsi cerca nuovi mercati nei paesi emergenti per continuare business as usual.
Questo scambio letale andrebbe a detrimento non solo del pianeta, ma anche del rispetto imprescindibile dei diritti umani. Le 420 comunità indigene che vivono in forte legame con la foresta amazzonica, già colpite duramente dalla pandemia di Covid-19, saranno ancora più minacciate, violentate ed espulse dai loro villaggi dalle squadre paramilitari al servizio delle imprese interessate alla deforestazione.
A questi elementi impietosi si aggiungono, leggendo il testo del Trattato, ulteriori sorprese. La parte commerciale del Trattato, come detto prima, era già pubblica ma mancava ancora una trasparenza per tutti i principi e gli indirizzi riguardanti la parte economica, le cosiddette regole ed anche le eventuali sanzioni.
Noi, attivisti e comitati, venivamo tranquillizzati e considerati dei detrattori perché ponevamo legittime domande sulle protezioni sociali ed ambientali.
Da alcuni documenti pubblicati da Greenpeace abbiamo avuto certezza dei nostri “catastrofici” presentimenti. L’accordo pubblicato da Greenpeace non ha infatti disposizioni solide per garantire l’applicazione dell’accordo di Parigi sul clima, né sono previste le convenzioni internazionali sui diritti del lavoro, né esistono norme vincolanti per le imprese che si macchiano di violazioni. Non esiste la possibilità di interrompere gli scambi economici a fronte di illeciti, né si trova traccia di meccanismi di sanzione. Tutta la parte applicativa sarebbe gestita da tecnici, senza alcun controllo né da parte dei Parlamenti nazionali degli Stati coinvolti né da parte del Parlamento dell’Unione europea. E questi tecnici saprebbero resistere alle pressioni delle lobby e degli affaristi?
Una notizia degli ultimi giorni riapre comunque uno squarcio di speranza.
Nella seduta del Parlamento europeo di martedì 6 ottobre u.s., gli europarlamentari hanno votato a maggioranza un emendamento sulla relazione di un parlamentare svedese del PPE che manifesta perplessità “per la politica ambientale di Jair Bolsonaro, che va contro gli impegni presi nell’accordo di Parigi, in particolare per quanto riguarda la lotta al riscaldamento globale e la protezione della biodiversità”.
Nella plenaria la relazione è stata approvata con 345 voti favorevoli, 295 contrari e 56 astenuti, certamente dopo aver considerato le incredibili scelte del Brasile che, oltre agli incendi della foresta amazzonica, ha revocato la protezione di aree del litorale coperte da mangrovie e dune di sabbia per dare spazio a speculazioni immobiliari e ad allevamenti di gamberetti e ha rilanciato un programma di potenziamento dell’ attività mineraria in territori popolati da indigeni per l’estrazione di niobio e grafene, ricercati il primo nell’ambito aereonautico ed aereospaziale, il secondo nell’industria nucleare.
In Europa diversi governi hanno avanzato preoccupazioni, innanzitutto Irlanda, Francia, Belgio, Polonia e Olanda. In Austria, inoltre, si è votato un atto parlamentare vincolante per il Governo che viene obbligato a mettere il veto al tavolo del Consiglio d’Europa nel momento dell’eventuale ratifica del Mercosur.
Tutti questi Stati denunciano l’incompatibilità del patto UE-Mercosur con il Green deal europeo e l’accordo di Parigi. In Italia, invece, sostanziale silenzio, solo il senatore Riccardo Merlo, eletto in Argentina, facente parte del Gruppo misto, sottosegretario agli Esteri, ha dichiarato che il Mercosur è “un progetto visto con interesse”.
La Campagna StopTTIP Italia chiede al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alla Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova e al Ministro delle Politiche europee Enzo Amendola di battere un colpo.
Vogliamo sapere qual è la posizione italiana subito e vogliamo che il nostro Paese metta il veto in Consiglio europeo sulla ratifica.
E’ passato troppo tempo: vogliamo risposte adesso. #StopEuMercosur