Abbiamo ripetuto più volte su queste pagine quale sia il valore dell’ACQUA per la vita del pianeta, ACQUA messa sotto osservazione dai governi neoliberisti come l’attuale governo Draghi che praticano politiche non certamente di tutela dei beni comuni, mentre incombono sui cittadini l’emergenza sanitaria, la crisi eco-climatica, un drastico peggioramento delle condizioni di vita delle persone e del loro lavoro e una nuova guerra all’interno dell’Europa.
Il DDL Concorrenza si rivela veramente allarmante in quanto avvia le privatizzazioni senza alcun freno, anche contrastando alcuni punti fermi della nostra Costituzione.
Sarebbe necessario rilanciare un modello sociale e politico sulla cura, sulla tutela dei beni comuni e dell’acqua, sulla gestione partecipata dei beni pubblici evitando che i Comuni vengano esautorati dal loro ruolo, non rispettando i principi della stessa nostra Costituzione
Che cos’è e cosa prevede il DDL Concorrenza?
Il governo Draghi negli ultimi mesi ha accelerato nell’approvazione del disegno di legge sulla concorrenza e il mercato, riforma messa in campo per poter accedere ai fondi europei del PNRR.
Il DDL è un documento ideologico che, usando le parole “crescita, competitività, concorrenza” avvia una nuova ondata di privatizzazioni dei beni comuni fondamentali, dall’acqua all’energia, dai rifiuti al trasporto pubblico locale, dalla sanità ai servizi sociali e culturali.
1.Se venisse applicato alla lettera nella prima versione, verrebbe dimenticato e vanificato il risultato del 2011, quando la maggioranza assoluta degli italiani aveva votato Sì al referendum contro la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni.
Spesso abbiamo già toccato con mano le privatizzazioni dei beni comuni e dei servizi pubblici: nessuna cura delle risorse naturali, peggioramento quantitativo e qualitativo dei servizi, aumento esponenziale delle tariffe, fine di ogni controllo democratico sulla loro gestione. E gli stratosferici aumenti di bollette di gas, luce e acqua ricevute dalle famiglie tra l’ultimo inverno e l’inizio primavera testimoniano la gravità della situazione.
Le privatizzazioni peggiorano drasticamente anche i diritti del lavoro, riducendo l’occupazione e i salari, aumentando lo sfruttamento e la precarietà, ed espropriando la conoscenza sociale prodotta da decenni di lavoro pubblico.
2. Il DDL rispetta i principi della Costituzione e delle diverse Carte internazionali che sono alla base della tutela dei cittadini e dei beni comuni?
Scorrendo i principi e i criteri direttivi del futuro disegno legislativo, nel comma 2 dell’art. 6, vediamo che il soggetto dominante è la concorrenza, di conseguenza il privato, l’impresa, gli investimenti. Secondo il disegno, allo stato attuale del documento, è dall’economia di mercato che possono discendere eventuali benefici sociali: il soggetto e l’oggetto sono l’impresa. “Impresa” al plurale ricorre 177 volte nel Piano, mentre il termine Costituzione non c’è, né nella forma, né nella sostanza. Il Piano, che si propone di configurare il futuro dei prossimi anni, pone al centro l’impresa e ad essa affida l’eventuale rimozione di disuguaglianze, le esigenze della comunità vengono dopo la tutela della concorrenza.
3. E i Comuni manterrebbero il loro ruolo di tutela dei propri cittadini?
Ora, il Testo unico delle leggi sugli ordinamenti locali (D. lgs. n. 267 del 2000), dopo aver proclamato che «il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo» (art. 1, c. 1), stabilisce che «spettano al Comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale», in particolare per i «servizi alla persona e alla comunità», nell’«assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico» (art. 13 TU).
L’autonomia locale è inserita tra i principi fondamentali della Costituzione (art. 5), a sottolineare la connessione che esiste tra essa e principi quali democrazia, sovranità popolare, uguaglianza, solidarietà. È un’autonomia che esprime un’idea di territorio come luogo vissuto, spazio di riconoscimento della pari dignità sociale, di esercizio dei diritti, di soddisfazione dei bisogni. E anche l’art. 3 indica che i servizi pubblici locali sono strumento per la tutela della persona, della sua dignità, della sua emancipazione, dei suoi diritti: a questo sono finalizzati e a questo devono tendere, non al profitto.
4. Che peso avrà il NAC (Natural Asset Company), la finanziarizzazione delle risorse naturali?
Con il NAC la Borsa di New York ha comunicato il piano più radicale e potenzialmente più terribilmente lesivo dei diritti per finanziarizzare tutta la natura e la vita nella stessa
Una NAC individua un bene naturale (ad esempio, una foresta pluviale o un lago, o una vena d’acqua), ne stima il valore e decide chi ne detiene i diritti di sfruttamento, gestione, conservazione. Tramite un’offerta pubblica iniziale, la NAC viene quotata in Borsa. A quel punto investitori privati e istituzionali, fondi sovrani o speculativi diventano proprietari sia delle risorse sia dei relativi processi naturali. La quotazione in Borsa della NAC ne determinerà il valore. I possessori delle azioni diventeranno pertanto proprietari sia di quel bene naturale sia anche dei servizi ad esso collegati, così appunto anche per l’acqua e il suo sfruttamento.
I beni comuni diventano appannaggio di pochi e sarà il mercato a deciderne il valore.
5. Quali gli ultimi sviluppi?
Fa fatica il disegno di legge sulla concorrenza; il 4 maggio scorso il Senato si è pronunciato su una serie di articoli, in questi giorni alcune Commissioni sono sulla questione, in particolare la Commissione Industria del Senato.
Con nostra soddisfazione si discute proprio sul ridimensionamento della portata liberalizzatrice che era stata definita dal Cons. dei Ministri, grande discussione proprio sulle concessioni idroelettriche.
Di fronte alle pressioni di alcuni parlamentari, a partire da quelli di Leu, per ottenere adeguate tutele sul servizio di gestione dell’acqua, pensiamo che dovranno essere tenute in «adeguata considerazione» le differenze tra i servizi di interesse economico generale a rete e gli altri servizi pubblici locali di rilevanza economica, anche ai fini «della scelta tra autoproduzione e ricorso al mercato». Insomma, un insieme di paletti che potrebbero limitare il governo nell’esercizio della delega.
Ci risulta da fonti affidabili che in questi ultimi giorni in Commissione Industria si stanno raggiungendo modifiche significative, tra cui il rafforzamento di regolazione e controllo delle Autorità indipendenti per la verifica del servizio sia in house, sia in regime di mercato, la cancellazione dell’obbligo per i Comuni di dichiarare l’autoproduzione, la tutela della proprietà pubblica delle reti, degli impianti e di altre dotazioni, l’introduzione di una clausola sociale a tutela dei lavoratori nel caso di cambio del gestore.
Attendiamo comunicazione del testo finale, ricordiamo a tutti che con la privatizzazione dell’acqua il capitalismo mercifica la natura in nome dei profitti.
E non dobbiamo dimenticare le dichiarazioni del Forum Alternativo Globale di Dakar del 21, 26 marzo del 2022 che ha ribadito la necessità dell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici come un diritto, chiedendo a gran voce che questo sia integrato nel diritto internazionale e nelle Costituzioni di tutti i Paesi, come in Uruguay, Venezuela, Bolivia, Burkina Faso e Senegal.
stopttipud@gmail.com
Dichiarazione del Forum Alternativo globale di Dakar, 21, 26 marzo 2022
Carmine Fotina, Pnrr, il Ddl concorrenza arranca, frenata sui servizi pubblici locali, Sole24Ore, 5 maggio 2022
Marco Bersani, “Si scrive concorrenza, si legge privatizzazione – Come la funzione pubblica e sociale dei Comuni è stata erosa e come riprendersi il Comune”, dal Granello di Sabbia n. 49 di Marzo-Aprile 2022
Alessandra Algostino (professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Torino), “L’art. 6 del disegno di legge sulla concorrenza, i servizi pubblici locali e la Costituzione”, 7 Marzo 2022, ATTAC
Forum Italiano Movimenti per l’acqua, DDL Concorrenza: privatizzazioni su larga scala – Una dichiarazione di guerra all’acqua e ai beni comuni, 9 nov.2021.