Come ricordate, come Comitato Stop TTIP restiamo all’erta per tutti quei prodotti usati per un’agricoltura “facile”, redditizia ma non certo sana.
Una buona notizia, la condanna di Monsanto da parte della Corte Suprema di Giustizia negli Usa, cui purtroppo seguono segnali preoccupanti per quanto riguarda l’uso di pesticidi, in particolare gli SDHI, velenosi fungicidi, commercializzati soprattutto in Francia, nonostante le proteste dei cittadini e della comunità scientifica.
Come se non bastasse, in un’economia di guerra come quella attuale, assistiamo al rilancio degli OGM.
Chi si è permesso “motu proprio” di sanzionare la Monsanto?
Non siamo stati noi dei movimenti a portare in giudizio Monsanto, il gruppo tedesco produttore del glifosato, ma lo sconosciuto signor Edwin Hardeman che, dopo una diagnosi di tumore maligno linfatico, era riuscito a ottenere un risarcimento di 25 milioni di dollari dimostrando un legame di causalità tra il suo male e l’utilizzo per diversi anni del Rondoup, il diserbante a base di glifosato a marchio Bayer Monsanto.
La multinazionale aveva tentato di ricorrere alla Corte Suprema americana, la maggiore istituzione di Giustizia negli USA, ottenendo la bocciatura del ricorso, il tutto nel 2020. Un tribunale federale ha stabilito che l’EPA (Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti) debba rivedere il rischio del glifosato per la salute di esseri umani e animali.
Bayer è stata condannata per non aver mai sufficientemente indicato i pericoli per la salute umana legati all’utilizzo del glifosato e, senza alcun rispetto per la sentenza, ha accantonato 6,5 miliardi di dollari per altri ricorsi, sostenendo poi la volontà di continuare a produrre e commercializzare il diserbante Roundup. Secondo la multinazionale non è necessario inserire alcun avvertimento particolare sui prodotti a base di glifosato, per possibili rischi oncologici.
Ma che cos’è il glifosato e come si stanno pronunciando le Agenzie internazionali ed europee per la tutela dei cittadini?
Il glifosato è una sostanza chimica utilizzata ampiamente nei prodotti fitosanitari impiegati principalmente nell’agricoltura e nell’orticoltura, al fine di combattere le erbe infestanti e nocive per le colture. La pericolosità del glifosato è piuttosto controversa.
Lo Iarc (Centro internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) l’ha inserita nella lista di sostanze “probabilmente cancerogene” già dal 2015; l’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza alimentare) e l’ECHA (Agenzia Europea per le sostanze chimiche), stanno svolgendo in questi ultimi anni numerose consultazioni. Sono stati raccolti 416 contributi solo nel novembre 2021, in vista del rinnovo dell’uso del glifosato, la cui scadenza nella Ue è prevista per il 15 dicembre del 2022.
Accertata intanto la pericolosità del glifosato per gravi danni oculari e tossicità per la vita acquatica, attendiamo di sapere se verrà classificato definitivamente come cancerogeno a fine anno (fonte efsa.europa.eu).
Quali altre sostanze vengono tenute sotto osservazione?
Un altro pericolo sanitario valutato come grave dalla comunità scientifica è quello legato ai fungicidi SDHI (famiglia della succinato deidrogenasi), sostanze che agiscono ad ampio spettro e sono in grado di distruggere funghi e muffe, tra cui il BOSCALID, usate in tantissime colture tra cui viti, grano duro, fragole, insalate e mele.
Questo fungicida è usato sulle piante bloccandone la respirazione, ma questa procedura può diventare devastante per tutti gli esseri viventi, piante, animali, umani.
Uno studio di una certa importanza è stato pubblicato sulla rivista francese Liberation, col grido di allarme di 450 scienziati e la mobilitazione di 400.000 cittadini, ma i prodotti SDHI non sono stati ritirati dal mercato.
In Francia, secondo Pierre Rustin, direttore della ricerca al CNRS e specialista in malattie mitocondriali: ” … non moriremo quindi immediatamente se assorbiamo l’SDHI, ma rischiamo di sviluppare il morbo di Parkinson cinque, dieci o quindici anni dopo. Non possiamo permetterci di aspettare il disastro come sembra fare ANSES [l’Autorità sanitaria francese]!”
Non entriamo nel merito del dibattito scientifico attuale sulla gravità del danno per gli esseri viventi, ma vorremmo solo ricordare che dovrebbe essere rispettato il principio di precauzione, cioè il rifiuto di commercializzare una sostanza sospetta fino a che la scienza non ne abbia escluso definitivamente eventuali rischi per i viventi.
Cosa si dice di nuovo sul fronte degli OGM? E come si pronunciano la Commissione e il Parlamento europeo?
Quante volte vorrei dare buone notizie! Niente da fare, anche sul fronte OGM non compare nulla di buono. Purtroppo, come afferma il Parlamento europeo, è in corso un progetto per consentire la vendita di prodotti a base di mais geneticamente modificato resistenti ai pesticidi.
Questi prodotti verrebbero commercializzati da una società statunitense, la società Pioneer Overseas Corporation, con sede in Belgio, che agisce sul territorio europeo per conto della Pioneer Hi-Bred International Inc. con sede negli Stati Uniti.
Il mais OGM in questione risulta però tollerante a due erbicidi, il glufosinato e il glifosato per cui comporterebbe un maggiore utilizzo di erbicidi per trattare le erbe infestanti che resistono ai prodotti chimici in questione, una bella combinazione OGM e pesticidi a go go.
La Commissione europea persegue decisa nell’autorizzare l’uso dei nuovi Ogm di cui sopra nonostante il parere contrario degli Stati membri e del Parlamento. La Commissione continua a presentarsi come un braccio “armato” e ai deputati non resta che segnalare una sorta di “mancanza di democrazia” da parte dell’esecutivo dell’Unione europea.
Conclusioni
Noi siamo evidentemente dalla parte della Salute dei cittadini, contro gli enormi profitti dell’agrobusiness e di chi agisce senza rispetto per la natura e gli esseri viventi.
Studi di eccellenza dimostrano l’impatto terrificante dei pesticidi SDHI sul sistema nervoso e visivo dei pesci, sulle capacità di apprendimento e di volo delle api, sull’abbondanza di lombrichi e sulla salute umana.
Così pure sugli OGM, Il Parlamento europeo ha ricordato alla Commissione le decine di risoluzioni che in varie legislature si oppongono all’immissione in commercio di questi prodotti, evocando la mancanza di rispetto del principio di precauzione nel processo di autorizzazione. Il progetto OGM si presenta non conforme al diritto dell’Unione e i Parlamentari invitano infine l’esecutivo a “non autorizzare l’importazione di colture Gm tolleranti agli erbicidi”, a causa dei maggiori rischi per la biodiversità, la sicurezza alimentare e la salute dei lavoratori.
E’ intollerabile che le autorità preposte a garantire la nostra salute e sicurezza ambientale preferiscano favorire i profitti miracolosi di poche multinazionali senza scrupoli.
Ma ricordiamo che viviamo in Stati organizzati che devono, hanno l’obbligo civile e morale, anche alla luce delle Costituzioni, di tutelare la Salute e il tanto decantato (a parole) Ambiente, maltrattato da politiche di sfruttamento.
stopttipud@gmail.com
FONTI
- Ogm, la bozza del nuovo piano Ue: esentare da norme i prodotti ottenuti con nuove tecniche. Greenpeace: “Non sapremo cosa mangiamo” di Luisiana Gaita, il Fattoquotidiano, 15 novembre 2019
- Pesticidi SDHI: 450 scienziati chiedono l’applicazione del principio di precauzione il prima possibile, Le Monde, 21 gennaio 2020
- Gli studi scientifici si stanno accumulando sugli effetti negativi dei fungicidi SDHI, Pollinis, 1 marzo 2022
- Le retrovie della speculazione, volano i titoli OGM, di Luigi Pandolfi, il Manifesto 4 giugno 2022
- Braccio di ferro sugli Ogm: “La Commissione li autorizza senza il nostro consenso”, Agrifood, Alessia Capasso, 22 giugno 2022