Il Comitato Stop TTIP di Udine ha sviluppato già nel 2020 alcuni argomenti riguardanti la necessità di una Cura efficace sostenendo l’idea di una Sanità pubblica orientata a difendere il diritto dei cittadini ad essere curati in modo non classista.

Registriamo, invece, come la sanità pubblica stia sempre più male, mentre proprio la dicitura Servizio sanitario nazionale a parole dovrebbe garantirne un carattere universalistico, anche nel rispetto della nostra Costituzione.

Insufficienti i fondi del Pnrr, destinati principalmente a strutture logistiche più che alla riorganizzazione sanitaria e all’assunzione del personale.

Incerto, indefinito, quasi sdoppiato il ruolo del Medico di famiglia, che dovrebbe gestire l’assistenza sul territorio.

Incredibile la risposta dell’assessore alla Sanità FVG Riccardi sulla soluzione per alleggerire la richiesta dei cittadini di poter accedere ai servizi ospedalieri pubblici in tempi più brevi.

1. Qual è la fotografia della Sanità nazionale?

Incredibile e poco egualitaria la nostra Sanità, come appare nel saggio Dalle disuguaglianze nella mortalità tra i municipi di Roma a un’idea diversa di sanità per tutti, di Cosentino e Saitto, Il pensiero scientifico editore.

Una sanità efficiente ed efficace, dicono gli autori, non va misurata sulla capacità economica e sui numeri delle prestazioni erogate ma su un accesso facile ed efficace per i cittadini e sulla capacità di provvedere alla salute realizzando un’uguaglianza tra le persone. Il modello cui ispirarsi non è quello puro, “chi più paga meglio viene curato e soprattutto in tempi più brevi” ma piuttosto un modello di equità che evita disuguaglianze.

Si registrano, invece, dati allucinanti come, ad esempio, quelli per un’evidente sperequazione anche sulle percentuali di mortalità “La mortalità generale in Campania per i maschi è del 40% più elevata di quella che si osserva nella provincia di Bolzano, in Campania si muore di più”. Altro caso, i dati di sperequazione riportati nel testo quelli riguardanti i municipi a Roma. Questi ci permettono di osservare che il reddito spiega il 63% della variabilità per i ricoveri da infarto e il 23% della variabilità del tasso di mortalità; insomma non ricoveriamo per tempo i cittadini più disagiati e salviamo la vita in modo più efficace a chi viene ricoverato.

2. Che cosa prevede il finanziamento previsto nel Pnrr? Cosa si potrà attivare?

Il decreto ministeriale 71 del Ministero della Salute sui “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale” si presenta come una gigantesca riforma della sanità italiana, uno dei punti principali del Pnrr, che dovrà entrare pienamente a regime nel 2026, però con la necessità di essere adottato entro il prossimo 30 giugno per non perdere i fondi europei.

Anche Il professor Francesco Longo, direttore dell’Osservatorio sul settore e le aziende sanitarie della Bocconi, è fiducioso che si possa giungere a una maggiore qualità in ospedale con più qualità e attraverso una maggiore capillarità sul territorio. Purtroppo l’Italia, per la Sanità, prevede un finanziamento per abitante che è l’80% meno dei tedeschi e il 50% meno dei francesi.

“I 7,1 miliardi del Pnrr sono solo in conto capitale per investimenti, quindi si possono comprare muri, macchine, tecnologie, consulenze, ma non si può assumere nessuno. Non si possono usare i soldi del Pnrr per il personale”, sottolinea il professor Francesco Longo. Nonostante i fondi del Piano di ripresa e resilienza, quindi, resta il tema della carenza di risorse per il personale e un maggior potenziamento dei reparti.

3. Come si dovrebbe riorganizzare il servizio sanitario?

Una delle soluzioni proposte dagli esperti, forse la fondamentale, è il potenziamento dei distretti sul territorio; ricordiamo che per chi vive il disagio sociale è più difficile riconoscere le proprie necessità e chiedere aiuto, visto che il servizio sanitario soddisfa le richieste solo per chi le richiede. Bisogna, invece, sostenere persone e comunità ricordando il carattere universalistico del Servizio Sanitario Nazionale, come previsto nella nostra Costituzione.

4. Quali gravi decisioni sono state prese sul Medico di famiglia?

Ivan Cavicchi, docente universitario a Tor Vergata ed esperto di Sanità, denuncia a chiare lettere e con veemenza i pasticci ministeriali sulla figura del Medico di famiglia.

Ricordiamo il valore del medico di famiglia, figura preziosa anche nei centri più periferici a contatto dei cittadini, indispensabile per le emergenze sanitarie.

Non dimentichiamo anche la schizofrenia di una categoria nello stesso tempo dipendente pubblico e libero professionista che opera negli obblighi previsti dalla convenzione. Non scordiamo neppure le soste in coda interminabili, le telefonate spesso senza risposta, il medico con gli occhi fissi al computer piuttosto che al paziente, nessuna convenzione messa in discussione, una sorta di categoria non del tutto controllata. Ora la proposta del Ministro Speranza sceglie una via di mezzo riguardo lo stato giuridico del Medico di famiglia. Da una parte sarebbe obbligato a essere presente 20 ore nel suo ambulatorio come libero professionista, dall’altra presterebbe 18 ore nelle Case di comunità come pubblico dipendente.

5. E quali sono le strade da percorrere per i cittadini FVG secondo l’assessore regionale alla Sanità Riccardi?

Si resta esterrefatti di fronte alle articolate opinioni dell’Assessore alla Sanità FVG Riccardi che sembra essere precipitato da un pianeta per noi sconosciuto dove l’unica parola risolutiva, per una SANITA’ regionale sempre più di difficile accesso, è PRIVATIZZAZIONE.

Il Riccardi pensiero merita attenzione, preferiamo virgolettare quanto scritto su Il Gazzettino del 4 giugno 2022 “Noi ci stiamo provando a cambiare, ma se non si modifica l’approccio ideologico al problema (…) sarà molto difficile ottenere i risultati che i cittadini si aspettano”. L’approccio ideologico criticato dall’Assessore è “la scelta di accreditare poche prestazioni alle strutture private con un peso eccessivo per le strutture pubbliche” cosicché numerosi pazienti vanno a curarsi in Veneto “..costringendo la regione FVG a erogare 20, 30 milioni alle strutture private venete”.

Soluzione? Elementare. “La strada, se vogliamo risolvere il problema delle attese e delle fughe di pazienti, è solo quella di accreditare (in FVG beninteso) più strutture private. Non si svende nulla, si risolvono i problemi”. Vi consiglio di leggere l’articolo per intero. Noi modestamente possiamo ricordare a Riccardi che è la nostra Costituzione che garantisce il diritto di accesso alla salute e alla cura per i cittadini, sempre se l’assessore l’abbia sfogliata.

stopttipud@gmail.com

Fonti:

Sanità e Pnrr: 7,1 miliardi per riformare l’assistenza territoriale. Ma mancheranno i medici: “Per il personale sempre meno risorse”, Daniele Fiori, il fatto quotidiano, 29 MAGGIO 2022

Una diversa organizzazione dei servizi sanitari, Adriana Pollice, il manifesto, 30 maggio 2022

Il governo decide di segare in due il medico di famiglia, Ivan Cavicchi, il manifesto, 31 maggio 2022

Caro Speranza, la sua proposta sui medici di medicina generale è agghiacciante: così si apre ai privati, Ivan Cavicchi, il fatto quotidiano, 1° giugno 2022

Sanità e liste di attesa. La svolta dell’assessore Riccardi:” Servono più privati per ridurre i tempi”, Loris Del Frate, 4 giugno 2022 https:/www.ilgazzettino.it/nordest/udine/sanita_liste_attesa_privati-6731011.html