Come sarà la scuola del futuro? Durante la sua recente visita all’Apulia digital maker di Bari il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi lo ha espresso molto chiaramente, portando ad esempio l’importanza per il futuro dell’Italia del sistema degli Istituti Tecnici Superiori (Its). Il tema ci tocca molto da vicino perché Udine e il suo fiore all’occhiello di nome l’ITS Malignani, sono già una realtà che sta anticipando il futuro con i suoi 11 percorsi attivi e i 237 frequentanti nell’anno formativo 2020/2021. L’istituto, che si collocare ai massimi livelli di formazione europea ed internazionale, propone l’unico indirizzo meccatronico del Friuli Venezia Giulia e l’unico aeronautico per la manutenzione presente nel nordest d’Italia. È attivo inoltre in progetti e corsi post diploma di alta specializzazione anche nei settori sistema arredo/casa, agroalimentare e servizi alle imprese in ambito nuove tecnologie per il made in Italy ed efficienza energetica. A livello generale la scuola è uno dei 121 Istituti tecnici superiori presenti su tutto il territorio nazionale che accolgono mediamente 21 mila iscritti e che, nei progetti del ministro, potranno diventare 40 mila entro il 2026.
Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), oggi alla Camera si vota la riforma che permetterà di assegnare al settore i quasi 2 miliardi di investimenti dei 33 della Missione 4 (Istruzione e Ricerca) con lo scopo di riformare un ambito lavorativo che solo in questo momento sconta una carenza di più di 5 mila addetti. Si tratta della terza e ultima lettura del disegno di legge 2333, scritto e pensato a partire da una rivisitazione delle Linee Guida, Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2008. Il cuore del provvedimento è sicuramente l’articolo 4, quello che entra nel merito del regime giuridico delle neonate ITS Academy. Gli ITS restano Fondazioni di partecipazione ma cambia lo standard organizzativo minimo dei Fondatori che prevede almeno un istituto di istruzione secondaria superiore (statale o paritario) coerente con l’area tecnologica di riferimento, una struttura formativa accreditata, una o più imprese e/o consorzi sempre coerenti con l’area tecnologica, una Università e/o una istituzione AFAM e un Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico. AFAM e IRCCS sono le novità in stretta connessione con le nuove aree tecnologiche da individuare. Attenzione, adesso viene il bello: non è più indispensabile la presenza degli Enti Locali. Cambia anche la governance, prevedendo che il presidente sia di norma espressione delle imprese fondatrici. Se quindi il pubblico viene messo fuori dalla stanza dei bottoni, la stabilità delle risorse, in prospettiva un volume di ben venti volte superiore ai finanziamenti annuali fino ad ora stanziati, sarà garantita dall’accesso al finanziamento pubblico secondo criteri ben precisi dell’art. 7.
Attraverso questa lente d’ingrandimento dobbiamo guardare quello che sta succedendo a casa nostra. A settembre dell’anno scorso Gianpietro Benedetti, Amministratore Delegato del gruppo Danieli, che di continuità tra mondo dell’impresa e quello della formazione ne ha esperienza e consapevolezza, in occasione della seconda edizione dell’evento “MITS DAY: diplomati ITS e imprese si raccontano” così dichiarava: “Bisogna cercare di non sperperare troppo le risorse e non investire soldi dove non ci sarà ritorno”. Il messaggio alle forze politiche era chiaro e a quanto pare l’amministratore del colosso da 2,8 miliardi di euro è stato lungimirante.
Il rapporto di amicizia, lungo e consolidato nel tempo, tra il Comune di Udine e il Gruppo Danieli ha lasciato segni tangibili: il restauro in corso della fontana di Piazza San Giacomo, progettata da Giovanni da Udine nel 1542, quello dell’Arco Bollani, prestigioso simbolo della Udine veneziana e prima opera in Friuli del grande architetto Andrea Palladio o il ritorno ad antico splendore del settecentesco angelo del campanile della chiesa di Santa Maria di castello, simbolo della città e del Friuli, grazie ai 400 mila euro messi a disposizione dall’azienda metalmeccanica. Tuttavia il progetto più ambizioso e sicuramente più importante è quello a venire: un lavoro da 25 milioni di euro per la riqualificazione degli spazi ex-Dormisch, uno spazio di 6000 metri quadri che prenderà il nome di Corte di Porta Villalta. Oltre ad ospitare la nuova sede del Mits Academy Udine, avranno sede una piazza da 500 metri quadrati con auditorium e biblioteca, mostre, eventi ed un’ala di 1500 metri quadri indirizzata al commercio e alla ristorazione.
In vista della competizione elettorale 2023 un motivo d’orgoglio per la giunta Fontanini che, come successo pochi giorni fa, in periodo di vacche grasse, ha gioco facile a vantarsi di fronte al suo elettorato: “Udine non ha mai visto così tanti cantieri presenti contemporaneamente lungo le strade, i marciapiedi, le piazze della nostra città e in intere aree abbandonate da tantissimi anni al completo degrado. Opere di rigenerazione urbana, di restauro, di rifacimento del manto stradale o di pavimentazione dei marciapiedi. Nonostante il lungo periodo di pandemia e il recente aumento dei costi delle materie prime che fanno lievitare quelli delle opere. Noi andiamo avanti. E molti sono i Nuovi Progetti che cambieranno il volto, e non solo, di questa Città, ma in gran parte Udine è già cambiata, e in meglio”.
Non dimentichiamoci però che non più di quattro mesi fa anche Anna Mareschi Danieli aveva aperto alla possibilità di candidarsi a sindaco di Udine alle Comunali del prossimo anno. Chissà, chi avrà le migliori carte in tavola!?