PFAS e PESTICIDI nella pianura padana tra Veneto e Friuli, una terra avvelenata

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Molti di noi vivono nella Pianura padana, tra Veneto e Friuli, anzi cercano di viverci, sperando che il nostro corpo riesca a vincere la battaglia contro una quantità abnorme sia PFAS, sostanze usate in alcune lavorazioni industriali, sia pesticidi usati nell’agricoltura. Ricercatori specializzati su questi temi denunciano la situazione attuale nelle acque e nelle campagne per i danni alla salute umana, così pure la Marcia Stop Pesticidi che opera tra Veneto e Friuli ed anche la Commissione europea che ha segnalato i rischi dopo un biomonitoraggio delle sostanze usate. L’obiettivo dovrebbe essere, senza alcuna incertezza, Zero Inquinamento.

Dove si è letto l’allarmante risultato di presenza dei Pfas in Friuli? Quali dati?

Una sorprendente inchiesta del giornale “Le Monde”, in collaborazione con la pubblicazione “Le Scienze”, sui siti contaminati da PFAS in tutta Europa, ha dimostrato come la situazione sia decisamente pesante anche nel nostro Friuli. La contaminazione da PFAS, sostanze chimiche praticamente indistruttibili, utilizzate in una vasta gamma di oggetti, in particolare sulle padelle antiaderenti, praticamente indistruttibili, è decisamente degna di attenzione.
Secondo quanto riportato dall’Agenzia europea per l’ambiente, i Pfas, oltre la soglia di sicurezza, comporterebbero effetti negativi sulla salute come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro.

Nella nostra regione risulta una situazione di contaminazione meno grave di altri luoghi, ma si registrano aree con valori alti (oltre 100 nanogrammi per chilogrammo), con conseguenti danni per la salute. A Premariacco risulterebbero essere contaminate le acque sotterranee con un livello inquietante di più di 800 nanogrammi per litro d’acqua. Il sito di Porcia si attesta sui 229 nanogrammi per litro nell’acqua di falda. Nel pordenonese, a Roveredo, il livello di concentrazione si colloca su 75 nanogrammi per litro d’acqua. Il terzo sito citato è posizionato nel rio Sentirone a Prata di Pordenone. L’ultima zona rossa della regione si trova, invece, nel quartiere di Domio (prov. Di Trieste), con un inquinamento delle acque superficiali. Si registrano casi di contaminazione meno grave anche a Buia, Rivignano, Sedegliano, Bertiolo, restano dei dubbi sui dati registrati a Bicinicco, Tolmezzo e Ovaro, così pure nella base militare di Rivolto.

Quali sono le denunce di medici ed esperti sui pesticidi?

Una delle più eccezionali voci di denuncia su pesticidi è quella di Fiorella Belpoggi, direttrice scientifica dell’Istituto Ramazzini di Bologna, una donna impegnata e libera da condizionamenti che ha più volte denunciato la malsana idea di procedere sul progresso a tutti i costi. Secondo la Belpoggi la maggior parte dei pesticidi è dannosa per la salute umana; se un composto è “capace di eliminare batteri, funghi, insetti o piante infestanti, può certo danneggiare le cellule umane”. Una delle ultime ricerche sulle sostanze chimiche, svolta con l’Unione europea, ha portato a risultati inquietanti. Un antifungino adoperato contro l’oidio nei frutteti, è stato ora finalmente bandito, il Mancozeb. Gli studi in corso focalizzano l’attenzione sul biomonitoraggio umano in Europa riguardo la presenza di pesticidi nel sangue e nei tessuti del corpo umano. Sotto osservazione, in particolare, l’esposizione prenatale a diverse sostanze chimiche che sembra aver portato a “una riduzione della crescita fetale e a minori tassi di natalità”, “un attestato di gravità che viene letto con troppa superficialità dai politici”.

Per non parlare poi del Clorpirifos, usato per uccidere la cicalina della vite, poi vietato per danni allo sviluppo mentale dei bambini (Vedi Corriere del Veneto, 8 aprile 2023) e richiesto nuovamente dai viticultori. E ancora i fungicidi Captano e Ditianon, l’erbicida Erbitox, l’insetticida Pyriproxyfen, che verranno di nuovo utilizzati in Alto Adige nelle colture delle mele, nonostante la contrarietà del movimento Marcia Stop Pesticidi di Bolzano.

Quali sono le proposte formulate dal movimento Marcia Stop Pesticidi, che opera tra Veneto e Friuli?

Il gruppo Marcia Stop Pesticidi, con il quale il Comitato Stop TTIP di Udine è strettamente in contatto, organizzerà il Primo maggio una marcia di protesta sul tema da Cison di Valmarino a Follina per sensibilizzare Veneto e Fvg sulle diverse tematiche legate all’uso di pesticidi. Di seguito riportiamo i punti essenziali della loro azione politica e le richieste rivolte a politici locali e nazionali perché si attivino a favore della salute dell’Ambiente e delle Persone.

  • APPLICARE innanzitutto il Principio di Precauzione, vietando l’utilizzo dei pesticidi più pericolosi intesi come molecole di sintesi ma anche come formulati (spesso più pericolosi, la cui composizione è spesso coperta dal segreto industriale), attivando vigilanza e controlli e sanzioni idonee.
  • POTENZIARE la vigilanza e il controllo del Territorio per prevenire e bloccare sbancamenti, disboscamenti, deturpazione del paesaggio, discariche abusive e cambiamenti delle destinazioni d’uso.
  • VIETARE l’uso di pesticidi in tutte le aree protette e nei bacini idrografici delle zone umide d’importanza internazionale.
  • DIFENDERE la Sovranità Alimentare, azzerare gli incentivi alle produzioni agricole industriali e le monocolture; favorire e sostenere con incentivi l’eco-agricoltura. Immediata e totale eliminazione dei pesticidi nelle zone urbane e nelle aree frequentate dalla popolazione.
  • BLOCCARE l’espansione delle monocolture, in particolare dei vigneti, in tutto il territorio, siano essi convenzionali o biologici.
  • ISTITUIRE zone cuscinetto di almeno 50 metri dal terreno oggetto del trattamento con pesticidi di sintesi.
  • RICONVERTIRE tutte le produzioni agricole verso il biologico, per una seria transizione ecologica.
  • DE-GLOBALIZZARE la produzione di beni per mettere un freno all’ attuale competizione globale, suicida per tutti e disastrosa per gli ecosistemi e i territori.

E che dire infine su calciatori e SLA, a quanto pare un connubio pesticida?

Ultimo argomento, terribile per il velo di silenzio che lo copre, è la relazione, non certo ancora accertata, tra la Sla, sclerosi laterale amiotrofica, e le morti di alcuni calciatori. Secondo uno studio dell’Istituto farmacologico Mario Negri di Milano, la percentuale di Sla tra i calciatori è doppia rispetto al resto della popolazione. Tra le cause in corso di studio si evidenzia il caso dell’erba dei campi di calcio trattata con diserbanti chimici; 34 calciatori morti di sclerosi dagli anni ’60, di cui 6 giocavano nel Como, in questo caso sotto accusa le acque del lago usate per l’irrigazione del campo di calcio, acque inquinate dai pesticidi, senza parole.

Per concludere, resta poco da aggiungere all’elenco di questi atroci danni sulla natura e sugli uomini dovuti a PFAS e pesticidi; bisognerebbe potenziare innanzitutto gli Istituti che studiano le relazioni “pericolose” tra uomo e ambiente e spingere chi ha responsabilità politiche a “prendersi cura” dei cittadini, quasi un obbligo morale, mettendo in secondo piano i profitti di chi rapina l’ambiente e provoca avvelenamenti nella popolazione.

stopttipud@gmail.com

Fonti

  • “Sono tossici, bisogna vietarli” di Giorgio Vicenzi, il manifesto, 6 aprile 2023
  • “Calcio e Sla, un legame pesticida”, il manifesto, 6 aprile 2023
  • Materiali da comunicazioni di Marcia Stop Pesticidi, aprile 2023
  • “Inquinamento eterno nelle acque friulane, l’inchiesta di Le Monde svela i siti coinvolti”, Udine Today, 12 marzo 2023