Tre soggetti in campo sulla questione degli impianti di cogenerazione proposti dalla SIOT (Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino) accettati dalla Regione FVG e contestati da un gruppo di Comitati del territorio carnico: non sempre i cittadini tacciono. E’ in atto un braccio di ferro; evidentemente noi, cittadini della Regione (in prima fila il Comitato Difesa dell’Alto But, il Comitato Tutela delle Acque del Bacino Montano del Tagliamento, il Comitato Pro Lago Tre Comuni, Legambiente Carnia, Fridays For Future e il Comitato Stop TTIP di Udine), parteggiamo per chi difende un territorio già fragile e vede l’ingresso a gamba tesa di una Società privata che ha come finalità il proprio profitto con l’Assessore regionale Scoccimarro che, tra mille tentennamenti e frasi persuasive, promette soluzioni e tenta di rabbonire la protesta, sia al tavolo aperto in Regione sia sulla stampa. Importante e circostanziato l’intervento di Legambiente sulla questione, a difesa del territorio.

Di cosa si parla?

Si parla della domanda di approvazione presentata alla regione per i 4 nuovi impianti di generazione di elettricità per alimentare le pompe dell’oleodotto transalpino, da parte della SIOT. Come già detto in un precedente articolo, il progetto nel suo insieme riguarda le 4 stazioni di pompaggio di San Dorligo della Valle, Reana, Somplago e Paluzza-Cercivento ed è dichiarato nelle relazioni tecniche come “efficientamento energetico basato sulla Cogenerazione ad Alto rendimento”.

Cosa chiedono gli abitanti attraverso i loro rappresentanti?

I rappresentanti dei Comitati a difesa dell’Alto But hanno presentato, nell’incontro al tavolo di lavoro convocato in Regione, presente il dott. Lilli in rappresentanza SIOT e con l’assessore regionale Scoccimarro insieme ad altri soggetti interessati, una serie articolata di osservazioni sul tema.

Nel documento con i quesiti, messi in discussione proprio al tavolo di lavoro, viene richiamato il rispetto della Convenzione Alpi che prevede la difesa del territorio e l’ascolto degli abitanti. Viene poi segnalata la mancanza di dati attuali sia sui rischi di inquinamento per uomini, coltivazioni e piante, soprattutto in una vallata così stretta, sia sulla gravità per la sommatoria delle emissioni degli impianti di cogenerazione, la mancanza di una valutazione acustica e la presentazione di dati “ritenuti” inconfutabili su eventuali vantaggi della produzione di calore per scaldare il greggio per farlo scorrere più velocemente.

Si chiede conto altresì dei rischi complessivi sulla salute ed anche di alcune ricadute sul territorio come la svalutazione degli immobili e un prospettato danno al turismo, fonte di reddito nella valle. Garantire poi la salute degli abitanti diventa certo un elemento decisivo per la sopravvivenza della comunità e, per finire, sembra venir meno la politica regionale a tutela dei territori e il mancato interessamento, da parte SIOT, dei dipartimenti universitari. I comuni interessati non possono assistere silenti a tanta indeterminatezza e superficialità.

Anche il Movimento difesa del cittadino FVG e nazionale ha chiesto un intervento urgente nei confronti della Regione «per sollecitare la revoca delle tre autorizzazioni concesse e sospendere l’approvazione di quella in itinere (Paluzza-Cercivento), chiedendo alla società il ritiro dei progetti relativi a tutti i quattro impianti di cogenerazione ad alto rendimento, da realizzare nelle stazioni di pompaggio del greggio Paluzza/Cercivento, San Dorligo della Valle, Reana del Rojale e Cavazzo Carnico».

E l’Assessore regionale Scoccimarro si schiera a favore dell’ambiente e di chi lo abita o pronuncia solo tranquillizzanti parole di circostanza?

La regione FVG è rappresentata al tavolo dall’Assessore Scoccimarro, che articola frasi in cui è dominante il verbo promettere. “Resterà sempre massima l’attenzione dedicata alla sostenibilità ambientale e alla tutela del nostro territorio, in particolare quello montano, sul quale abbiamo investito decine di milioni affinché le nostre montagne tornino a vivere e a essere valorizzate dalla nostra gente”. Nei suoi interventi assicura attenzione e rigore e si dichiara aperto al dialogo, da quanto abbiamo potuto ascoltare noi attivisti esclusi dal poter entrare nell’aula del dibattito, perciò costretti a tendere l’orecchio attraverso una app del cellulare che non permetteva un audio soddisfacente. L’Assessore non si trattiene, però, dal lanciare qualche freccia, riferendo che su alcuni iter (come quello in corso) sono le leggi nazionali che fanno testo, non quelle regionali. Non è forse un modo di dirottare la responsabilità verso altri destinatari?

Che cosa precisa l’intervento di LEGAMBIENTE FVG?

Il progetto SIOT riguarda le 4 stazioni di pompaggio di San Dorligo, Reana, Somplago e Paluzza-Cercivento ed è dichiarato nelle relazioni tecniche come “efficientamento energetico basato sulla Cogenerazione ad Alto rendimento”.

Legambiente precisa che non c’è efficientamento energetico, per lo meno se il tutto viene guardato dal lato delle emissioni. SIOT non spiega in nessun modo come otterrebbe questo efficientamento, e non c’è neppure Cogenerazione ad Alto Rendimento, che darebbe diritto a ricevere contributi pubblici sotto forma di Certificati Bianchi.

Appare quanto meno singolare, da parte di Legambiente, che:

  • siano stati già autorizzati dalla Regione i progetti di 3 stazioni a fronte di Relazioni Tecniche incomplete e prive di qualunque dato o calcolo che dimostrino o per lo meno permettano di verificare che si tratta realmente di “efficientamento energetico basato sulla Cogenerazione ad Alto Rendimento” come dichiarato da SIOT TAL;
  • la Regione non abbia coinvolto la sua stessa agenzia durante il procedimento di valutazione dei progetti o quanto meno non abbia, dopo le prime contestazioni, chiesto i dati a SIOT e fatto fare una verifica ad un ente terzo.

Considerati i citati elementi, Legambiente chiede alla Regione di richiedere a SIOT dati e calcoli solidi, completi e chiari che dimostrino il miglioramento energetico del lavoro di trasmissione del greggio all’interno dell’oleodotto e la natura veramente “cogenerativa ad alto rendimento” del processo che si vuole instaurare.

Conclusioni

Si resta senza parole leggendo i rischi per ambiente e persone, le generiche motivazioni dell’Assessore, le valutazioni negative di Legambiente sull’impianto, unica finalità il profitto, con una Regione che fa venir meno la dovuta tutela dei cittadini. Ma i carnici sono intelligenti e determinati, vogliono fatti e non parole e difendono a denti stretti la loro terra. E noi, cittadini della Regione, non li dobbiamo lasciare soli a combattere una battaglia così ostica proprio per l’ingerenza dei poteri forti.

stopttipud@gmail.com

Fonti

  • “Quesiti su SIOT”, doc. a cura di Carlo Cimenti, 30/11/2022
  • “Appello al Ministro su SIOT”, A. Ceschia, Messaggero Veneto, 25 novembre
  • “Impianti di cogenerazione- Tra la SIOT e i vari Comitati restano distanze e tensioni”, Il Gazzettino, 1° dicembre
  • “Cogeneratori SIOT, al tavolo le proteste dei territori e le garanzie della Regione”, U. SA., il Piccolo, 1° dicembre
  • Interventi dei partecipanti al tavolo in Regione, da audio