Nella sera del 27 ottobre 1962 il mondo teneva il fiato sospeso. Kennedy e Kruscev disputavano la permanenza delle installazioni missilistiche sovietiche a Cuba. La tensione calò poco prima della scadenza dell’ultimatum americano – prevista per la mezzanotte –, quando i sovietici annunciarono lo smantellamento delle basi. La stessa sera, qualche ora prima, era accaduto un altro fatto, anch’esso di rilevanti implicazioni internazionali. Verso le 19 era morto il Presidente dell’Eni, Enrico Mattei. L’aereo che lo riportava a Milano, dalla Sicilia, era precipitato a Bascapè. (Tra Lodi e Pavia). Il fondatore dell’Ente Nazionale Idrocarburi viene – a ragione – ricordato come una figura tanto importante quanto controversa. Molti lo avevano avversato, facendo proliferare una certa quantità di ipotesi sul fatale incidente.

Nato nelle Marche nel 1906, di umili origini, Enrico Mattei fu in gioventù operaio, poi – trasferitosi a Milano durante il Fascismo – rappresentante commerciale, infine imprenditore di successo nel settore chimico. Dopo l’otto settembre 1943 aveva scelto il campo della Resistenza, divenendo un personaggio di spicco delle formazioni partigiane cattoliche, a favore delle quali aveva messo a disposizione le sue doti organizzative e ne aveva amministrato le risorse.

A Liberazione avvenuta, nel 1945 Mattei era stato nominato – dal Comitato di Liberazione Nazionale – Commissario liquidatore dell’Agip, l’azienda petrolifera di stato nata nel 1926 ma che, di fatto, era stata gestita dai maggiori imprenditori privati ed era permeabile agli interessi delle compagnie straniere. Tuttavia, invece di assecondare le istruzioni politiche impartitegli (ovvero, l’attuazione delle procedure per la privatizzazione), Mattei aveva rilanciato e ampliato – con risultati incoraggianti – l’attività dell’azienda. La disattenzione alle suddette istruzioni gli procurò notevoli grattacapi, sotto forma di resistenze politiche da parte dei governi Bonomi nonché di veementi attacchi da parte dei gruppi privati, nazionali ed esteri. (Bramosi, soprattutto, di ottenere le concessioni per lo sfruttamento del sottosuolo padano).

Gli attacchi a Mattei in vita furono un elemento costante, registrando un crescendo dopo che questi – fra l’altro eletto deputato con la Democrazia Cristiana nel 1948 – era riuscito a condurre dalla sua parte Alcide De Gasperi ed a ottenere, nel 1953, la creazione dell’Ente Nazionale Idrocarburi.  Si trattava della maturazione di un percorso politico e ideologico.  A proposito delle risorse energetiche, nel luglio del 1949, al Consiglio nazionale della DC, l’allora vicepresidente dell’Agip aveva detto: “bisogna impedire il costituirsi di pericolosi monopoli privati e far avocare allo Stato e quindi alla collettività le rendite e i profitti della gestione”.

(La seconda parte verrà pubblicata giovedì 5 novembre)