Verso la fine degli anni ’30 Hjalmar Schacht cercò di opporsi all’eccessiva onerosità del piano di pagamento dei risarcimenti di guerra. Egli riteneva che la Germania non fosse in grado di poter adempiere e fece di tutto per ridurre l’importo che gli alleati pretendevano. Francia e Regno Unito comunque tennero il punto e il governo tedesco chiese a Schacht di cedere.
In polemica con le istruzioni ricevute dalle autorità politiche si dimise dalle sue cariche e si ritirò a vita privata. Non aveva comunque intenzione di abbandonare l’arena politica, tra il 1930 e il 1933 si avvicinò con una serie di conoscenze comuni (Emil Georg Stauß direttore generale della Deutsche Bank) alla dirigenza della maggior forza di opposizione nonché nemica giurata della Repubblica di Weimar dell’epoca: il partito nazista.
(Hermann Göring sarà all’inizio il principale sostenitore di Schacht)
Nel gennaio del 1931 incontrò per la prima volta Adolf Hitler insieme a Hermann Göring e Joseph Goebbels. Nel dicembre dello stesso hanno fece un discorso ad una riunione delle principali forze di destra (NSDAP, DNVP, Stahlhelm) in cui denunciava la politica monetaria della Reichsbank. L’anno successivo si avvicinò sempre più ai nazisti pur non entrando direttamente nel partito. Fu nel 1932 tra i firmatari di una petizione che chiedeva ad Hindenburg di nominare Hitler cancelliere del Reich.
Tutto questo sostegno non fu senza riconoscimenti, quando Hitler divenne cancelliere Schacht fu nominato il 17 marzo 1933 presidente della Reichsbank. Un ritorno al vertice della finanza tedesca che negli anni successivi approfondì ancora di più il suo ruolo sia nel riarmo che nelle principali politiche economiche naziste.