Se qualcuno non si fosse ancora accorto che il PNRR è un assalto alla diligenza, soldi dati a pioggia senza la minima decenza, col solo scopo di placare la fame di chi ne fa richiesta, ecco l’ennesima storia che mostra il senso profondo del provvedimento.
Con decreto legge dello scorso 30 aprile, il governo ha stanziato un fondo speciale all’interno del Piano, che libera 55 milioni di risarcimento in quattro anni agli eredi delle vittime del lavoro forzato e schiavistico oltre che alle vittime dei crimini contro l’umanità perpetrati contro i cittadini italiani dall’8 settembre 1943 all’8 maggio 1945. Coloro che sono titolari di un credito contro la Germania, accertato con una sentenza passata in giudicato, ma anche a coloro che hanno procedimenti ancora in itinere o che li avvieranno entro il 27 ottobre, potranno fare richiesta per attingere alle risorse del fondo.
Dopo il ricorso della Repubblica Federale tedesca alla Corte di giustizia europea per imporre lo stop delle richieste di risarcimento nostrane, l’Italia ha deciso di metterci una pezza, e cercare un’altra strada. Si inchina alla volontà germanica e stanzia i soldi pensati per innovazione e sviluppo (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale, digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture, istruzione e ricerca) ad un risarcimento per crimini risalenti ad oltre settant’anni fa.
Tutto questo vi sembra accettabile?
In un momento storico nel quale, come certificato dai diciassette indicatori dall’ultimo rapporto Cnel-Asvis 2022, sono sempre più diffusi scarsa istruzione e dispersione scolastica, povertà e diseguaglianze sociali, pessima gestione delle risorse idriche e naturali, il rapporto ritorna a evidenziare con chiarezza la distanza che ancora si staglia tra le politiche nazionali e gli Obiettivi dell’Agenda 2030: “nonostante la ripresa registrata nell’ultimo biennio, caratterizzato dalla caduta e dal rimbalzo dell’economia causati dalla pandemia, ha affermato la Presidente dell’ASviS Marcella Mallen, gli indicatori di sostenibilità dell’Italia, in particolare quelli sociali e ambientali, sono in peggioramento”.
https://asvis.it/rapporto-asvis-2022/#