Queste iconiche sedie fanno parte del design mondiale da più di 50 anni. C’è chi le venera, chi le detesta, ma non c’è persona che non le conosca. Hanno abbellito le scene dei film di James Bond e di Men in Black, di The Prisoner (1967-1968), Luna zero due (1969), Austin Powers (1997), Zoolander (2001) e Il giudice John Hodgman (2013).
Copertina Vogue, 2001
L’inventore è il designer finlandese Eero Aarnio, nato nel 1932 a Helsinki e considerato uno dei più grandi innovatori del design del mobile moderno. Dagli anni Sessanta, Aarnio ha iniziato a sperimentare con la fibra di vetro, la plastica, i colori vivaci e forme organiche, rompendo le convenzioni del design tradizionali. L’artista è conosciuto come progettista d’interni e product designer ma ha anche lavorato nei campi della progettazione grafica e della fotografia.
Erro Aarnio nella sua Ball Chair
Aarnio è famoso anche per le sue lampade, i suoi mobili e come stilista del legno: il suo design è caratterizzato da un atteggiamento positivo e da una natura gioiosa. Le sue creazioni sono presenti nei musei di tutto il mondo, tra cui il Victoria and Albert Hall Museum di Londra, il MoMA di New York, il Vitra Design Museum di Weil am Rhein in Germania e il Centro Georges Pompidou di Parigi.
Disegno della Ball Chair, anni ’60
La sua iconica Ball Chair, denominata anche Globe Chair, è una seduta ricavata utilizzando una delle forme elementari della geometria solida, la sfera, a formare una sedia dalla forma assolutamente non convenzionale. Ma come nasce un’idea così particolare? Il designer racconta che nel 1962 avendo appena aperto il suo primo studio indipendente, gli mancava una poltrona grande e comoda; quale idea migliore di costruirne una da sé?
Ball Chair
L’architetto realizzò prima un disegno in scala 1:1 del modello, per verificare la possibilità di utilizzo da parte di una persona di alta statura. In seguito, ne costruì un prototipo in legno compensato, lo ricoprì di carta bagnata ed iniziò a rivestirlo in vetroresina. Una volta creato questo guscio, non fece altro che rimuovere l’intelaiatura interna e imbottirla. Infine aggiunse il piedistallo e collocò addirittura un telefono all’interno della sfera. L’utilizzo della vetroresina aiutò molto Aarno soprattutto grazie alla sua duttilità e robustezza, caratteristiche che non ponevano limiti alla creazione di nuove forme.
Ball Chair
I giudizi su questa sedia non potevano essere che positivi: qualcuno l’ha definita “una stanza nella stanza” o “uno spazio nello spazio”, poiché l’ambiente che vi si crea risultava a sé stante, uno spazio all’interno del quale è possibile trovare calma e relax.
Ball Chair
L’evoluzione della Ball Chair è la Bubble Chair, un modello molto più semplice ed essenziale. Già con il modello del 1963 era riuscito a creare un ambiente intimo e isolato, ma il materiale utilizzato non permetteva alla luce di filtrare al suo interno, il che rendeva quasi impossibile lo svolgimento di molte attività. Come affermato dall’artista: “Ho avuto l’idea di una palla trasparente, dove la luce viene da tutte le direzioni. L’acrilico può essere riscaldato e modellato come una bolla di sapone, e sapevo che i lucernari a forma di cupola erano fatti così. Ho contattato un produttore e ho chiesto se fosse tecnicamente possibile far esplodere una bolla abbastanza grande per la mia sedia. Hanno detto di sì”.
Bubble Chair
Infatti la sfera della Bubble Chair è realizzata in acryglass, materiale che offre resistenza e al contempo grande leggerezza.
Bubble Chair
La difficoltà iniziale riscontrata dall’artista è stata nella creazione del piedistallo, poiché nel 1968 era pressoché impossibile creare una base trasparente che fosse al contempo anche bella e funzionale: Aarnio quindi decise di far pendere la sfera dal soffitto attraverso una catena di anelli di acciaio, il che ha reso il tutto ancora più magico.