Non si dice più “Piove, governo ladro”, ma diciamo tutti “Si salvi chi può” di fronte alle spaventose manifestazioni indotte dai cambiamenti climatici e da una superficialità, forse una cecità dei nostri governanti. Eventi disastrosi che vanno dalla pianura ai monti, frane, esondazioni, fiumi di fango, grandinate spaventose, uno stato di emergenza che non è più tale ma sta rappresentando la nostra normalità.
Dobbiamo avere il coraggio di rivedere il nostro tipo di sviluppo e ridefinirlo anche alla luce dei cambiamenti climatici. Per di più, nello stato di necessità e terrore del Paese, si vedono inadeguatezze e una certa mancanza di certezza sui fondi da destinare alla sicurezza del territorio. Ci chiediamo se i nostri governanti provvederanno con decisione, affrontando non solo l’emergenza ma organizzando politiche attive diverse da quelle adottate fino ad oggi.
Quali sono stati gli ultimi eventi anomali di una certa gravità? Come si sono manifestati? Quali le cause più evidenti di questi spaventosi eventi?
La debris flow (flusso di detriti), una terribile colata trascinata da un’onda anomala di oltre sei metri, ha colpito l’area del letto del torrente, il rio Mendovine, in una frazione di Bardonecchia; la bomba d’acqua e fango è scesa improvvisamente dall’alta montagna e il fiume di fango, acqua e detriti ha coperto auto trascinate poi fino a valle, un condominio e anche il commissariato di polizia. L’acqua impetuosa, ormai senza freno, ha raggiunto anche i piani alti di alcuni condomini.
L’evento spaventoso, che non resterà certamente un “unicum” per la sua forza devastante, è frutto dei cambiamenti climatici. Legambiente Piemonte si esprime con denunce circostanziate. I cambiamenti climatici indeboliscono le nostre montagne, gli effetti sono fortemente amplificati, una forte antropizzazione e una cementificazione selvaggia ha portato a incanalare i fiumi, costruendo poi a pochi metri dagli argini. Sulla stessa linea la posizione del prof. Roberto Mezzalama, professore all’Università di Torino ed esperto di valutazione sociale e ambientale, lo sviluppo del turismo ha potato a costruire senza regole anche in luoghi vicino ai corsi d’acqua che andavano evitati, l’aumento della CO2 in atmosfera per un aumento delle attività umane non è stato mitigato. L’Italia è un Paese montano collinare e si è costruito in luoghi vicino ai corsi d’acqua che andavano evitati, ora bisognerebbe decidere di affrontare delle demolizioni.
Si stanno adottando misure efficaci oppure ci sono delle superficialità?
Si registra in questo momento uno sbandamento della politica. Ciò che però ci sembra incomprensibile è quello di vedere il Governo in difficoltà ad organizzare risposte efficaci senza cadere nella difesa di interessi particolaristici delle diverse categorie: agricoltori e allevatori industriali che non vogliono ridurre la produzione e non vogliono organizzare un’agricoltura più rispettosa di acqua e ambiente, automobilisti che non riescono a concepire un maggior uso di mezzi pubblici liberando così le città dal traffico; consumatori compulsivi o comunque poco attenti alle filiere del cibo; petrolieri, con tutte le dannose scelte nel tessuto di un’economia fossile, ecc.
Quale posizione ha espresso il ministro all’Ambiente Pichetto Fratin? Sono stati stanziati dei fondi nell’ambito del Pnrr o si pensa ad altre soluzioni? Con quale effetto?
Chiamato in causa da quanto è avvenuto, il ministro dell’Ambiente si esprime in modo vago e poco circostanziato, facendo riferimento, per esempio, per la situazione di Bardonecchia, a lavori di mitigazione del rischio geologico per oltre 5,5 milioni di euro, senza però citare il quando per queste opere e rendendo poco credibile la sua dichiarazione (il manifesto del 15 agosto). Diventa più preciso il Ministro nel precisare che il territorio in questione è ad elevata pericolosità e, richiesto, precisa che i fondi Pnrr destinati al dissesto sono stati inseriti nella programmazione dei Fondi di Sviluppo e Coesione 2021-27, consentendo così di poterli spendere al meglio, visto che la scadenza del Piano Ripresa e Resilienza è fissata per giugno 2026. Sembra che questi fondi, destinati per gli interventi sul suolo nei Comuni, saranno inferiori e ciò ha suscitato una protesta dei Sindaci, in testa Antonio De Caro, sindaco di Bari.
Conclusioni
Le nostre preoccupazioni sono importanti e, invece di essere rassicurati da provvedimenti incisivi con una lunga prospettiva, vediamo il nostro Governo in carica farfugliare generiche promesse.
Le singole categorie di cittadini fanno a gara per garantirsi i propri interessi e siamo ciechi e sordi di fronte a una natura che soffre e con le sue terribili manifestazioni ci indica la vacuità delle nostre azioni.
Agricoltori e allevatori industriali che non vogliono ridurre la produzione, per poi vedersela distrutta in pochi attimi da grandinate sempre più frequenti, o dalle siccità; automobilisti che vogliono strade senza traffico, consumatori poco attenti a un consumo etico del cibo, petrolieri che condizionano i governi per continuare con energia fossile, incendi e alluvioni che distruggono case e paesi riducendoci quasi a una condizione simile ai migranti che rifiutiamo, interessi delle multinazionali che si impongono sugli Stati, è ora di pretendere che si cambi cercando di cambiare anche le nostre scelte.
Fonti
- Guido Viale Il clima e la cecità di tanti di noi, da infocomune, 24 Luglio 2023
- ARTICOLO DI WU MING, da infocomune, 24 luglio 2023
- Articoli da il manifesto del 15 agosto 2023