Gli eroi inquieti della “Liberata” (prima parte)
Se obtorto collo devo riconoscere un merito al maledettissimo coronavirus è quello di avermi indotto, nelle ore sottratte ai viaggi in auto e durante interminabili fini settimana da recluso, a ripescare dagli scaffali della libreria opere che, in condizioni normali, avrebbero forse continuato a impolverarsi per anni. Il Paradise Lost (in inglese, ergo doppiamente ostico!)…
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