Continuiamo la scoperta degli affascinanti palazzi che caratterizzano l’incantevole Trieste neoclassica.
Per la costruzione della Borsa Vecchia, venne indetto un concorso nel 1800 che vide protagonisti l’architetto Matteo Pertsch e il vincitore finale Antonio Mollari.
Il prospetto principale richiama un tempio greco, con colonnato dorico, metope, triglifi e coronato dal timpano.
Prospetto Principale
Per la decorazione collaborano tre artisti veneti: Antonio Bosa, Bartolomeo Ferrari e Domenico Bant che realizzano le colossali statue al pian terreno, al primo piano e sulla balaustra. Desta particolare attenzione la decorazione di quest’ultima che comprende statue raffiguranti il Danubio, il Genio di Trieste, Minerva e Nettuno. Sul timpano, ai lati dell’orologio, si hanno due figure alate rappresentanti la Fama. Il lavoro più pregevole eseguito da Bosa è costituito dai quattro altorilievi con motivo di putti rappresentanti le allegorie del Commercio, della Navigazione, dell’Industria e dell’Abbondanza.
Statue e bassorilievi della facciata principale
Dettaglio dell’orologio nel timpano
Le facciate laterali hanno il bugnato nel basamento e soltanto le finestre come decorazione. Esse presentano due avancorpi con pilastri dorici ma privi di frontespizio.
Veduta parzialmente laterale
Per quanto riguarda l’interno dell’edificio, è interessante la loggia del pianterreno, con colonne doriche binate come imitazione del tempio di Minerva e Atene, sul pavimento si osserva una meridiana di grandi dimensioni. Nella Gran Sala delle riunioni del primo piano, Mollari riprende una soluzione vitruviano-palladiana per la scelta dell’ordine gigante ammezzato sovrastato da capitelli corinzi. La volta al centro è affrescata e fiancheggiata da cassettoni romboidali disegnati a chiaroscuro.
Sala neodorica al pianterreno
Gran Sala
Soffitto della Gran Sala
Uno dei luoghi di culto più iconici del capoluogo è la chiesa di San Antonio Nuovo, visibile dalla passeggiata sul molo. Essa fu innalzata nella prima metà del XIX secolo su progetto di Pietro Nobile, che si ispirò alla grandiosa classicità dei monumenti romani, infatti riprese il Pantheon all’esterno e le stanze di Raffaello per l’interno.
Veduta Principale
La facciata è caratterizzata da un maestoso pronao con sei colonne ioniche e un ampio frontone. Sull’attico sono collocate sei statue scolpite dal Bosa raffiguranti i Santi protettori di Trieste, cioè Giusto, Sergio, Servolo, Mauro, Eufemia e Tecla.
Facciata Principale
La facciata posteriore è sormontata da una coppia di campanili gemelli.
L’interno colpisce per la vasta spazialità scandita dagli archi, dalle volte a botte, dalle crociere, ritmo che trova la sua pausa e il suo fulcro nella cupola centrale. Nell’abside è presente un affresco.
Particolare dell’abside
La mensa dell’altare maggiore è sormontata da un’edicola con colonnine corinzie e cupola. Nelle sei nicchie laterali, illuminate da ampie finestre lunate, sono collocati degli altari con pale ottocentesche e inquadrati da coppie di lesene.
Particolare dela facciata laterale interna
Villa Necker è indubbiamente di origine francese, poiché si ritrovano sia il classicismo di Luigi XVI, sia il senso dei volumi e delle geometrie semplici di un architetto come Ledoux. L’edificio è stato dimora di Letizia e Girolamo Bonaparte, ritrovo dell’alta società nella prima metà dell’Ottocento.
Facciata Principale
L’edificio preannuncia il neoclassico, presenta un rivestimento a bugnato liscio a fasce orizzontali interrotto da lesene che dividono la facciata in cinque parti. Al centro emerge un portico semicircolare con colonne appaiate a sostegno dell’architrave, e una balaustra a fitte colonne in pietra bianca. Al primo piano si aprono le ampie finestre. La sua destinazione gli conferisce una configurazione ariosa, come se ci fosse una comunicazione tra interno ed esterno.