Torniamo ad occuparci di una delle costruzioni più innovative e geniali progettate dal maestro Donato Bramante: il tempietto di San Pietro in Montorio. Abbiamo già trattato della sua simbologia e dell’idea che voleva mostrare, ora è opportuno dedicarsi al disegno nel concreto.
Accesso al tempietto
Il progetto completo non fu mai realizzato nella sua interezza poiché la rigorosa impostazione architettonica deve aver creato dei problemi, i più evidenti derivati dalle dimensioni ridotte dell’edificio: essi dimostrarono a Bramante la mancata universalità delle regole architettoniche.
“Giusta visione” del progetto originale
La maggior parte delle difficoltà riguardanti l’interno vennero causate delle esigue dimensioni della cella, infatti le cornici delle finestre, che non trovarono posto, vennero inserite con audacia. Anche la porta di accesso è molto stretta (77 cm) e insufficiente per ospitare un’apertura dorica ben modellata: ma l’architetto ne progetta comunque una da 90 cm, tagliando le paraste e invadendo la superficie con la modanatura, spezzando la continuità verticale con una porta fuori scala.
Interno della cella
Modanatura della porta che spezza la verticalità delle paraste
Fondamentale in questa costruzione è la visuale ravvicinata “da sotto in su”; infatti Bramante, da pittore prospettico, sente la necessità di forzare le proporzioni in funzione dell’osservatore innalzando il tamburo, la cupola e il lanternino al di sopra del colonnato. Inoltre, l’artista inserisce una balaustra tra la trabeazione e il tamburo come elemento di mediazione visiva che addolcisce la percezione.
Visione “da sotto in su” pensata da Bramante
Il progetto che prevedeva sulla sommità una guglia e un candelabro, viene modificato per la realizzazione di un lanternino così alto da essere visto dallo spettatore posto in posizione ravvicinata.
Dettaglio del tamburo, della cupola e del lanternino
L’edificio è quindi deformato prospetticamente e le proporzioni albertiane (cioè l’ideale di armonia di tutte le parti studiate dall’architetto Leon battista Alberti) perdono il loro valore per diventare strumento di controllo di un’immagine pensata come rappresentata in un dipinto. Infatti, essa è resa con strumenti pittorici come gli effetti luministici atmosferici ottenuti da diverse tipologie di superfici e materiali.
Il tempietto è uno degli edifici più raffigurati durante il Rinascimento, anche perché rappresenta la concretizzazione degli ideali architettonici dell’epoca.
Alcuni degli omaggi più significativi a quest’opera sono dati da Raffaello nello Sposalizio della Vergine, nel quale si vede una diversa interpretazione del tempietto sullo sfondo, e in due arazzi per la Cappella Sistina (Predica di San Paolo e Sacrificio di Lystra).
Sposalizio della Vergine, sullo sfondo la reinterpretazione del tempietto
Predica di San Paolo, sullo sfondo reinterpretazione del tempietto
Sacrificio di Lystra, sullo sfondo reinterpretazione del tempietto
Il progetto di Bramante vuole porsi come conclusione e sintesi di un’elaborazione culturale e di una visione del mondo che era giunta a maturazione attualizzando l’antichità. Ed è significativo che il cerchio iscritto in un quadrato con l’accentuazione degli assi in croce e diagonali visibile in pianta, evochi la “figura vitruviana” di Leonardo.