Consolidamento del potere. Questo era l’obiettivo principale che Hitler voleva perseguire dopo aver preso la cancelleria e liquidato di fatto la democrazia tedesca. La Germania si trovava in una situazione economica disastrosa anche se il fondo si era già toccato nel 1932. Il governo Schleicher aveva varato una serie di decreti per far fronte alla dilagante disoccupazione e programmato un piano di investimenti per rendere più efficiente l’amministrazione oltre ad un piano occupazionale molto aggressivo per riuscire ad abbattere la piaga della disoccupazione.
I nazisti si trovarono quindi la strada spianata in campo economico e naturalmente ne approfittarono. Contrariamente a quanto si pensa, all’inizio, non furono le spese militari la parte preponderante del bilancio pubblico. Gli investimenti erano concentrati soprattutto nelle infrastrutture, in questo campo fu dato grande rilievo alla costruzione di una poderosa rete autostradale. Questo progetto fu importante più sotto il profilo della propaganda che per il numero dei lavoratori effettivamente impiegato. Dava in effetti l’idea di una nazione che si trovava in marcia verso un nuovo futuro.
L’edilizia abitativa era l’altro settore in cui lo stato investì in maniera massiccia, le risorse triplicarono in pochi anni. Tutti questi progetti erano tesi a ridurre la disoccupazione e a consolidare ed ampliare presso l’opinione pubblica il consenso verso il partito nazista. I rapporti economici comunque non mutarono, il grande capitale aveva stretto un’alleanza con il partito nazista e quest’ultimo si assicurò la sua accondiscendenza dando mano libera agli imprenditori nella gestione interna delle loro aziende. Naturalmente però questa libertà aveva un limite, tutto doveva essere indirizzato a rendere la Germania una potenza militare in grado di tenere testa alle altre potenze.