I “buoni propositi” di Hitler nei confronti dei lavoratori naturalmente vennero subito accantonati una volta ottenuti i loro voti. L’unica promessa che mantenne fu quella di dare un posto di lavoro ai disoccupati. Il lavoro era solo l’ultimo ingranaggio della nuova macchina nazista. Una macchina votata alla guerra e tutto quello che avvenne successivamente era volto a prepararla.
Più che di legislazione del lavoro dovremmo parlare di un ritorno alle consuetudini medievali. I braccianti agricoli erano legati per legge al lavoro nei campi e non poteva lasciarlo per altre attività, anche se questa forse fu la legge nazista meno osservata, dal 1933 al 1939 circa 1,3 milioni di braccianti passarono comunque all’industria e ad altri lavori. Nel campo industriale però la legge venne rigidamente fatta rispettare. Con una serie di decreti vennero limitate le possibilità di un operaio di passare da un lavoro all’altro e gli uffici statali del lavoro dal 1935 controllavano in via esclusiva gli impieghi, decidevano le assunzioni, le retribuzioni e tutte le questioni riguardanti l’occupazione.
Con il libretto di lavoro nel febbraio del 1935 il controllo sui lavoratori fu totale. Senza questo documento non si poteva venire assunti e se un datore di lavoro lo tratteneva presso di se non si poteva trovare un altro impiego legalmente. Nel 1938 con la coscrizione al lavoro, lo stato obbligava ogni tedesco a prestare il proprio lavoro secondo le indicazioni che le istituzioni ritenevano più utili.
L’unica certezza per il lavoratore era la sicurezza di poter mantenere il proprio posto e di conseguenza il proprio reddito. Visto quello che era accaduto negli ultimi anni della repubblica di Weimar non si trattava di una questione di poco conto per delle persone che facevano affidamento solo sulle proprie braccia per poter vivere e mantenere la propria famiglia.
Il partito nazista perseguendo una società totalitaria aveva anche pensato a come organizzare il tempo libero in maniera tale da tenere sotto controllo le masse di lavoratori. Tramite l’istituto “Kraft durch Freude“ (la forza attraverso la gioia) tutte le associazioni precedenti, dal calcio agli scacchi, furono controllate e gestite secondo i dettami nazisti. Vennero offerti ai lavoratori a prezzi molto convenienti crociere, vacanze al mare, ai laghi, in campagna e in montagna.
Milioni di lavoratori usufruirono di questi servizi, che non si limitavano alle sole ferie, ma includevano prezzi speciali per cinema, concerti e molti spettacoli. Una organizzazione imponente che comunque veniva pagata dai lavoratori e non esente da lati oscuri, soprattutto di natura finanziaria. I bilanci erano, per così dire, molto opachi e non pubblici.
La crisi degli ultimi anni della Repubblica di Weimar aveva scavato molto nelle insicurezze dei lavoratori e l’avere un posto sicuro fece premio rispetto a tutto il resto e lo fece a dispetto di tutti i maneggi della classe dirigente nazista che non era meno corrotta della precedente, anzi forse lo era di più, vista la mancanza di controlli anche minimi.