Dante, con le sue idee, il suo volto iconico e il suo volgare, continua a vivere tra noi. Non è nemmeno necessario nominare il suo cognome per capire di chi si sta parlando. Basta mostrare il suo profilo per riconoscere il sommo poeta.
A settecento anni dalla sua morte siamo ancora qui a ricordare le sue frecciatine ricercate e il suo modo irriverente di gestire le situazioni scomode.
Interno del Sacral di Edoardo Tresoldi
L’Alighieri vivrebbe divinamente al giorno d’oggi, criticando in modo raffinato i nemici, ideando meticolosamente nuovi gironi per dannare sempre più persone alla pena eterna mediante quella sottile ironia e utilizzando la nostra lingua nella maniera più saggia ed accurata.
Rä di Martino, Allunati #16, 2020, Milano
Il comune di Ravenna (città di morte del poeta che tutti ci invidiano), in associazione con l’Assessorato alla Cultura, ha organizzato al MAR, Museo d’Arte della città di Ravenna, una mostra intitolata Un’Epopea pop, che si colloca all’interno degli appuntamenti espositivi del ciclo Dante. Gli occhi e la mente.
Interno del MAR, Museo d’Arte della città di Ravenna
Come già detto, la fortuna del poeta comincia già nel Trecento, attraversa i secoli e i generi espressivi, arrivando fino all’universo culturale chiamato genericamente pop. Questa nuova fortuna di Dante è un fenomeno internazionale sottolineato dai numerosi libri, fumetti, cartoni animati e videogiochi che si ispirano alla sua figura e alle atmosfere che solo nei suoi poemi incontriamo. Per non parlare della “fortuna mnemonica” dei versi della Commedia, ripercorsa attraverso alcuni episodi chiave che sono indelebili nella nostra memoria.
Un Dante quindi, come icona dell’immaginario condiviso e come simbolo di identità culturale italiana, la cui effige passa dalle lire agli euro.
Un’Epopea pop si presenta come mostra moderna e contemporanea che si struttura su un doppio binario: da una parte troviamo “La fortuna popolare di Dante, dal testo alle immagini”, che si articola in diverse parti quali La memoria di Dante, Dante e l’immagine, Dante e la pubblicità, La divina parodia, Dante personaggio, Dante e Beatrice.
Richard Long, Trastevere Spring Circle, 2012 pietra di serpenino
La sezione, a cura di Giuseppe Antonelli, presenta un centinaio di opere e oggetti quali testimonianze letterarie, grafiche, cinematografiche, fotografiche, musicali e commerciali legate al poeta, tramite una narrazione filologica che celebra non solo il nome di Dante, ma anche le sue parole eterne ed il suo inconfondibile profilo.
Edoardo Tresoldi, Sacral, MAR
Intrecciato all’interno del progetto espositivo, si snoda un percorso d’arte a cura di Giorgia Salerno, responsabile del coordinamento culturale e conservatrice del MAR; esso vede protagoniste le opere di artisti contemporanei internazionali (Edoardo Tresoldi, Richard Long, Kiki Smith, Ra di Martino, Elisa Montessori e Gilberto Zorio) scelti non solo per reinterpretare idealmente alcuni temi sviluppati dal sommo poeta che fanno da guida ai fruitori, ma poiché in attinenza concettuale a riferimenti danteschi con temi quali il viaggio, le anime, il sogno e la figura femminile.
Gilberto Zorio, Stella-acidi, 1982, Ravenna, MAR