Approdare per primi sulla superficie di Marte per avviare la sua esplorazione ed eventualmente colonizzarlo è stata, a partire dagli anni 60, una priorità per ogni agenzia spaziale: per l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti, durante la Guerra Fredda, Marte ha rappresentato anche un approdo simbolico, un trofeo da esibire al mondo per dimostrare la propria superiorità. Oltre alle due superpotenze, anche alcuni Paesi europei, l’India ed ora pure Giappone e Cina si sono fatti avanti per inviare nuove missioni sul pianeta rosso.

Ma le difficoltà inerenti a questo tipo di missione sono numerosissime, a partire dalle finestre di lancio cosiddette di minima energia (quantità ridotta di combustibile necessario per completare la missione), che si “aprono” ogni due anni e due mesi circa, cioè 780 giorni, corrispondenti al periodo sinodico di Marte rispetto alla Terra. Peraltro, non sempre queste finestre sono pienamente vantaggiose, in quanto il fattore di minima energia si presenta all’apice del suo vantaggio ogni 16 anni circa.

Ci sono poi tutti i fattori legati all’ambiente marziano, come le imponenti tempeste di sabbia, che sono più frequenti  durante i mesi primaverili ed estivi nell’emisfero meridionale. Mediamente durano un paio di giorni e interessano un territorio dalle dimensioni pari a quelle degli Stati Uniti, ma esistono anche tempeste globali, fenomeni certamente più rari e del tutto imprevedibili, che a volte possono durare anche mesi interi e interessare la quasi totalità della superficie del pianeta. Mettiamo in conto anche il Dust Devil (tromba d’aria di sabbia), fenomeno presente anche sulla terra, sopratutto nei grandi deserti. Su Marte questi diavoli di sabbia possono raggiungere dimensioni davvero mostruose, addirittura 50 volte più grandi in ampiezza e 10 volte in altezza rispetto a quelli terrestri, che generalmente misurano 70 m. di altezza e pochi cm di diametro. Sul nostro pianeta un Dust Devil di dimensioni medie è capace di proiettare in aria un bambino per qualche metro e può arrecare danni a qualche debole struttura, su Marte, invece, potrebbe devastare un eventuale avamposto umano senza grosse difficoltà.

Altro grande problema è l’individuazione del sito di atterraggio, che deve essere scelto con molta cura: Marte è un pianeta brullo, roccioso e con mille asperità sulla superficie per cui far atterrare una navicella è tremendamente complicato: basta un errore di calcolo nella traiettoria di discesa e si rischia uno schianto irreparabile, oppure, sbagliando l’incrocio dell’orbita, di perdere per sempre il modulo spaziale, regalandolo allo spazio siderale. A complicare il tutto, Marte non ha un atmosfera protettiva ne un campo magnetico come quello terrestre, quindi un astronauta in missione su Marte potrebbe essere esposto a livelli di radiazioni cosmiche fino a 700 volte più alte di quelle presenti sulla Terra.

Tutta questa serie di problematiche, ha fatto sì che circa i 2/3 delle missioni siano fallite come si può osservare dallo schema qui sotto:

Launch Date Name Country Result Reason
1960 Korabl 4 USSR (flyby) Failure Didn’t reach Earth orbit
1960 Korabl 5 USSR (flyby) Failure Didn’t reach Earth orbit
1962 Korabl 11 USSR (flyby) Failure Earth orbit only; spacecraft broke apart
1962 Mars 1 USSR (flyby) Failure Radio Failed
1962 Korabl 13 USSR (flyby) Failure Earth orbit only; spacecraft broke apart
1964 Mariner 3 US (flyby) Failure Shroud failed to jettison
1964 Mariner 4 US (flyby) Success Returned 21 images
1964 Zond 2 USSR (flyby) Failure Radio failed
1969 Mars 1969A USSR Failure Launch vehicle failure
1969 Mars 1969B USSR Failure Launch vehicle failure
1969 Mariner 6 US (flyby) Success Returned 75 images
1969 Mariner 7 US (flyby) Success Returned 126 images
1971 Mariner 8 US Failure Launch failure
1971 Kosmos 419 USSR Failure Achieved Earth orbit only
1971 Mars 2 Orbiter/Lander USSR Failure Orbiter arrived, but no useful data and Lander destroyed
1971 Mars 3 Orbiter/Lander USSR Success Orbiter obtained approximately 8 months of data and lander landed safely, but only 20 seconds of data
1971 Mariner 9 US Success Returned 7,329 images
1973 Mars 4 USSR Failure Flew past Mars
1973 Mars 5 USSR Success Returned 60 images; only lasted 9 days
1973 Mars 6 Orbiter/Lander USSR Success/Failure Occultation experiment produced data and Lander failure on descent
1973 Mars 7 Lander USSR Failure Missed planet; now in solar orbit.
1975 Viking 1 Orbiter/Lander US Success Located landing site for Lander and first successful landing on Mars
1975 Viking 2 Orbiter/Lander US Success Returned 16,000 images and extensive atmospheric data and soil experiments
1988 Phobos 1 Orbiter USSR Failure Lost en route to Mars
1988 Phobos 2 Orbiter/Lander USSR Failure Lost near Phobos
1992 Mars Observer US Failure Lost prior to Mars arrival
1996 Mars Global Surveyor US Success More images than all Mars Missions
1996 Mars 96 USSR Failure Launch vehicle failure
1996 Mars Pathfinder US Success Technology experiment lasting 5 times longer than warranty
1998 Nozomi Japan Failure No orbit insertion; fuel problems
1998 Mars Climate Orbiter US Failure Lost on arrival
1999 Mars Polar Lander US Failure Lost on arrival
1999 Deep Space 2 Probes (2) US Failure Lost on arrival (carried on Mars Polar Lander)
2001 Mars Odyssey US Success High resolution images of Mars
2003 Mars Express Orbiter/Beagle 2 Lander ESA Success/Failure Orbiter imaging Mars in detail and lander lost on arrival
2003 Mars Exploration Rover – Spirit US Success Operating lifetime of more than 15 times original warranty
2003 Mars Exploration Rover – Opportunity US Success Operating lifetime of more than 15 times original warranty
2005 Mars Reconnaissance Orbiter US Success Returned more than 26 terabits of data (more than all other Mars missions combined)
2007 Phoenix Mars Lander US Success Returned more than 25 gigabits of data

 

La percentuale di fallimenti è altissima cosi come i costi sostenuti. Nonostante tutto, il progetto di esplorazione del pianeta rosso procede speditamente, affiancato da agenzie spaziali private, capitanate da Space X che ha promesso entro il 2024 l’arrivo del primo uomo su Marte.

Con questo articolo concludo la parte del sistema solare definita dei pianeti rocciosi e ci avvicineremo, dopo un capitolo sulla fascia principale, ai giganti gassosi, i pianeti più grandi del sistema Sol.