Nell’ ultima settimana i medici di base hanno dovuto affrontare non solo le insidie del Covid ma anche il blocco dei sistemi informatici. Per tutta la settimana non c’è stato modo di consultare sull’ app Sesamo il proprio fascicolo sanitario con i referti delle visite o gli esami di laboratorio . Ottenere poi un certificato elettronico di malattia per il proprio datore di lavoro è stato quasi impossibile: il cervellone centrale era in tilt. Per un momento siamo tornati alla carta e calamaio come più di venti anni fa.

La criticità, ci dicono, non è da attribuire a difficoltà nel funzionamento della rete di Insiel, società in house della Regione ma a problematicità esterne non dipendenti dalla gestione o dalla volontà della società.  I funzionari regionali incolpano il fornitore esterno Sogei- quella di Immuni e principale partner tecnologico del MEF, che evidentemente in questo momento non sembra godere di ottima salute. L’azienda, nata in anni lontani da una costola dell’IRI, privatizzata completamente con Telecom nel 1997 e successivamente ritornata in mano pubblica nel 2002, dopo oltre trent’anni di esperienza nella Pubblica Amministrazione, è punto di riferimento del percorso di digitalizzazione del Paese.

La sua missione, si legge nel sito istituzionale, “in qualità di Partner strategico dell’Amministrazione economico-finanziaria, è quella di contribuire alla modernizzazione del paese, partecipando attivamente al processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione”, in settori altamente strategici per il Paese: portano la sua firma il 730 precompilato, il fascicolo Sanitario elettronico (Fse), la Fatturazione elettronica e l’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr)”, solo per fare alcuni esempi.

Fatto sta però che per diversi giorni le funzionalità del fascicolo elettronico sono stati inaccessibili o utilizzabili per lunghi momenti. Stesse criticità sono emerse da Napoli a Trieste. Così, chi è andato in farmacia e ha presentato la tessera sanitaria convinto che si potesse ’leggere’ il farmaco indicato dal medico, è dovuto andare nell’ambulatorio per ritirare il modulo cartaceo. E non è andata meglio a chi aveva bisogno di un certificato di malattia da spedire al proprio datore di lavoro che si è dovuto recare alle poste per inviare una raccomandata.

Avere una sanità pubblica efficiente con un sistema capace di tenere in ogni condizione, a tutela della salute dei cittadini, ha come presupposto l’esistenza di infrastrutture tecnologiche solide, capaci di dare certezza del funzionamento in ogni situazione perché al passo con la complessa evoluzione tecnologica in atto. Il mondo dei metodi e degli strumenti che consentono di elaborare e comunicare l’informazione attraverso mezzi digitali (ITC) è uno dei principali asset strategici nazionali e per funzionare bene ha bisogno di solidi e capillari piani di investimenti e sviluppo a copertura di tutto il territorio nazionale.

Sicuramente qualcosa di meglio si può e si deve ancora fare.