Come abbiamo visto, le cause dell’enorme aumento dell’inflazione nei primi anni di vita della Repubblica di Weimar erano eminentemente politiche: il debito ereditato da quattro anni di conflitto, il problema dei risarcimenti di guerra e il tentativo di risposta all’occupazione della Ruhr finanziando i lavoratori e gli impiegati che non cooperavano con le truppe francesi e belghe.

Tutta questa liquidità emessa in breve tempo e immessa immediatamente in circolazione fece lievitare l’inflazione raddoppiandola quasi ogni due settimane. Alla fine del 1923 la situazione era talmente ingestibile che si optò per l’introduzione di una nuova valuta: il Rentenmark.

Il nuovo marco, che non era una valuta nel senso proprio del termine, era nato su forte impulso del presidente della Reichsbank Hjalmar Schacht e del cancelliere Gustav Stresemann. Il rapporto di cambio fu stabilito in 1 trilione di vecchi marchi per 1 Rentenmark e fu introdotto il 20 novembre del ’23.

Il Rentenmark non aveva corso legale e quindi non vi era un obbligo ad accettarlo come mezzo di pagamento, però tutte le istituzioni pubbliche non potevano rifiutarsi di riceverlo e i cittadini optarono di buon grado per l’utilizzo di questa nuovo strumento.

Anche se a noi sembra strano, nella realtà il Rentenmark era un’obbligazione emessa da una banca istituita a questo scopo. Si trattava della Deutschen Rentenbank fondata il 15 ottobre 1923. Le obbligazioni emesse erano coperte da una ipoteca forzosa emessa sulle proprietà immobiliari, fondiarie, industriali e agricole tedesche che avevano sofferto molto poco l’aumento dell’inflazione.
I pagamenti di queste ipoteche forzose avvenivano in aprile e ottobre, questa garanzia fondata su beni reali garantiva la solidità di questo marco. L’effetto principale fu che l’aumento vertiginoso dei prezzi si bloccò di colpo. L’inflazione fu domata in pochi giorni.