È stato recentemente pubblicato nella rivista di diritto delle autonomie territoriali Diritti regionali un interessante articolo a firma di Antonino Spadaro, Professore Ordinario di Diritto costituzionale nell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dal titolo: per un generale “riordino territoriale” dell’Italia: regioni, micro-regioni, città metropolitane, comuni.
Dopo questi 50 anni di regionalismo italiano che non possono certo dirsi pienamente soddisfacenti, il progetto della Società geografica nazionale del 2013 di creare invece micro-Regioni viene descritto con interesse. Serve “ripensare piuttosto in generale il territorio e le funzioni delle Regioni, delle Città metropolitane e in genere degli Enti Locali che, così come ora sono immaginati, evidentemente non funzionano” scrive Antonino Spadaro. Pensate alla luce di una questione meridionale e realizzate quasi vent’anni dopo, i divari tra le stesse sono oggettivamente aumentati e oltre ad aver mostrato molti punti di debolezza, hanno innescato tutta una serie di processi in direzione opposta a quella desiderata: prima una possibile secessione nord sud, poi la “revisione del Titolo V della Parte II della nostra Costituzione che ha molto rafforzato in genere i poteri di tutte le Regioni, senza tener conto delle enormi differenze (economiche, organizzative, di capacità di programmazione legislativa ed efficienza amministrativa) esistenti fra le stesse (…) ed infine la richiesta di un ulteriore rafforzamento dell’autonomia regionale (c.d. regionalismo differenziato) da parte di molte Regioni, specialmente del Nord (in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna), sulla base dell’art 116, III c., Cost., di fatto con conseguenze finanziarie presumibilmente a danno proprio delle Regioni meridionali”.
In conclusione, scrive Antonino Spadaro, “se non proveremo a fare radicali riforme ordinamentali, all’occorrenza dolorosamente impopolari, resteremo nel “caos” e nel “pantano” di un sistema delle autonomie asistematico. Uso deliberatamente quest’ossimoro giuridico per descrivere la situazione delle autonomie territoriali in Italia: senza adeguate rappresentanze (l’attuale bicameralismo perfetto non esiste in alcun altro Paese del mondo), con finte Regioni (Molise: 300.000 abitanti), finte città metropolitane (Reggio Calabria), cripto-Regioni (area metropolitana di Roma: 4 milioni di abitanti) ed enti locali inutilmente frammentati, ecc”.