Udine è una cittadina gremita di gioielli celati. Basterebbe alzare gli occhi al cielo per scoprire dettagli ed architetture incantevoli.
Uno degli ultimi edifici acquisiti dall’Università degli Studi di Udine è Palazzo Antonini Maseri, conosciuto dalla cittadinanza come sede della Banca d’Italia.
Il Palazzo viene eretto nel XVI secolo per opera del colto intellettuale Floriano Antonini, un personaggio di spicco appartenente ad una delle più influenti famiglie udinesi; Floriano era solito frequentare i salotti intellettuali della penisola e probabilmente, proprio in uno di essi, aveva conosciuto a metà del Cinquecento Andrea Palladio, a cui aveva commissionato il progetto del suo palazzo, lavoro mai portato a termine dallo stesso.
L’inizio dei lavori è datato intorno al 1556, medesimo anno in cui venne affidato all’architetto di maggior fama e prestigio di tutta l’area veneta, il progetto dell’Arco Bollani antistante la salita del castello di Udine.
Con la morte di Antonini, il palazzo rimase inizialmente di proprietà delle figlie Violante e Clemenza, ma in seguito ad un probabile accordo tra sorelle, venne ceduto alla famiglia del marito della prima, i Carrara di Portogruaro. Dopo una serie di vendite e passaggi, nel 1696 fu riacquistato dalla famiglia Antonini e Giovanni Daniele, del ramo di borgo Grazzano, intraprese subito una serie di interventi tra cui l’ampliamento della struttura e la realizzazione di un grande stemma sul soffitto del vestibolo d’ingresso, con al centro l’arma degli Antonini ed intorno gli stemmi che ricordano le prime donne della famiglia, provenienti dai Maniago, dai Polcenico, dai Savorgan e dai Hofer.
Particolare del soffitto del vestibolo d’ingresso
L’ultimo proprietario della famiglia Antonini fu Rambaldo che, a causa di una serie di insuccessi economici e finanziari, perse tutti i suoi averi compreso il palazzo. Nel 1888 questo fu acquistato all’asta dal cognato Pietro Baldino, che l’anno successivo lo vendette alla Banca d’Italia. Successivamente alla sua chiusura nel 2009, l’edificio venne messo in vendita e comprato nel 2018 dal professore e cardiologo Attilio Maseri che nello stesso anno ha donato sia il palazzo sia il giardino all’Università degli Studi di Udine come “centro della friulanità”.
Accesso al giardino sul retro
Palladio concepisce l’edificio con una duplice valenza: palazzo urbano per quando riguarda il prospetto verso via Gemona, caratterizzato da un piano terra con colonne ioniche a bugnato rustico e da un piano nobile con colonne corinzie; villa suburbana nella facciata interna verso il giardino (che affaccia sul Zardin Grand, in piazza I° Maggio).
Entrata principale su Via Gemona
Entrata verso il giardino interno con loggiato
Dettaglio della facciata verso il giardino
Il famoso architetto non seguì direttamente i lavori, il che spiega le discrepanze tra progetto e il costruito. Dell’idea originale viene rispettata certamente la planimetria: il piano terra diventa un luogo di rappresentanza, con gli ambienti di servizio collocati nelle stanze laterali; questo è ideato all’antica con, nella parte retrostante, un loggiato esterno e un atrio tetrastilo a cui si accede tramite un vestibolo.
Atrio tetrastilo
Visione dall’interno della porta che affaccia sul giardino e dettaglio dello scalone a doppia rampa
La struttura dello scalone è stata modificata nel Settecento mentre l’affresco sul soffitto è databile alla metà del XIX secolo: esso ha un effetto scenografico potentissimo dato anche dall’illusione prodotta dalla cupola affrescata e squisitamente decorata che incrementa lo spazio in altezza.
Visione illusoria del soffitto del primo piano
Dettaglio del soffitto del primo piano: cupola e ballatoio disegnati
La decorazione del salone d’Onore situato al piano nobile è databile agli inizi del XVIII secolo: questa sala è dominata da stucchi nella parte superiore, mentre sulle pareti spiccano gli affreschi con giganteschi putti, telamoni, ghirlande, mascheroni e raffinate architetture dipinte, che giocano a moltiplicare gli spazi con prospettive, illusioni e deliziosi specchi.
Decorazione del salone d’Onore
Visione dal salone d’Onore allo scalone
Sempre nel piano nobile troviamo la sala del Consiglio, la quale conservava quattro pregevoli bassorilievi con le rappresentazioni di episodi dell’Iliade, ora spostati nella loggia chiamata giardino d’inverno.
Ulisse rifocillato da Nausicaa, Odorico Politi, Civici Musei di Udine
Di quest’ultima sala appartengono anche gli affreschi di soggetto antico dell’udinese Odorico Politi, staccati nell’Ottocento e dal 2010 in deposito presso i Civici Musei di Udine. Nella medesima sala erano presenti 6 statue in gesso dello scultore pordenonese Antonio Marsure, andate distrutte verso la metà del XIX secolo.