Tancredi Parmeggiani è stato uno dei grandi artisti della pittura italiana del Novecento, che, come altri suoi colleghi, non è stato capito nel suo reale valore.
Un pittore italiano eclettico e straordinario che operò negli anni Cinquanta e Sessanta, anni che lo aiutarono a contraddistinguersi come genio e come enfant prodige della nuova pittura italiana.
Studiando all’Accademia di belle arti di Venezia ebbe l’occasione di entrare in contatto con Guido Cadorin, Virgilio Guidi e di risaldare i rapporti di amicizia con Emilio Vedova.
Senza titolo, 1050-51, Collezione privata, Belluno
Proprio nella città lagunare, nel 1951 conobbe Peggy Guggenheim. Con la mecenate americana Tancredi instaurò un rapporto di particolare sintonia che lo portò ad essere un suo protégé, tanto da essere l’unico artista ad avere uno studio nella cantina della Ca’ Venier dei Leoni. La collezionista fu talmente ammaliata dal giovane e dalla sua bravura che, intenzionata a diffondere le sue opere presso i grandi musei e collezionisti americani, riuscì a vendere una delle sue prime opere, acquisita dal Moma di New York. Così facendo, fece conoscere l’artista in campo internazionale, lo collocò in un mercato mondiale e all’interno dei grandi musei stranieri.
Composizione, 1957, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia
Il suo percorso creativo è stato contraddistinto da diverse sperimentazioni rivoluzionarie, dallo Spazialismo informale con le sue Primavere, ai fatidici anni Sessanta con la straordinaria invenzione di nuovi dipinti e dei personaggi delle sue Facezie.
Facezie, disegno china su carta, Collezione privata
Facezie sei matti, fine anni Cinquanta, Archivio Storico Artisti Veneti
Facezie, primi anni Sessanta, Roma
Primavera riunisce una selezione importante di dipinti dallo stesso titolo e mette in luce una rilevante ricerca svolta nei primi anni ’50.
Springtime, 1952, Moma, New York
Primavera, 1951 (datato 1952), Moma, New York
La prima personale di Tancredi si era tenuta a Venezia nel 1949, presso la Galleria Sandri, sita in Campo Manin, dove aveva proposto alcuni lavori di tendenza concreta e neoplastica. Il testo di presentazione in catalogo era firmato da Virgilio Guidi. Negli anni precedenti Tancredi aveva contratto l’abitudine di disegnare in continuazione, con una naturale predisposizione per il ritratto e soprattutto per l’autoritratto, declinato in una sequenza di molteplici varianti.
Senza titolo (autoritratto), 1948, Collezione Facchin, Feltre
Molte delle sue opere sono realizzate su carta, si presentano di piccole dimensioni, molte descrivono un’immagine intima del vissuto dell’artista attraverso i volti dei “compagni di strada e d’avventura”.
L’opera intitolata Composizione del 1957 è conservata a Cividale del Friuli, presso Palazzo De Nordis, nella Collezione della Famiglia De Martiis. Questo quadro è opera di un Tancredi maturo, un artista che ha già lavorato con molti artisti internazionali, principalmente Carlo Cardazzo sia alla galleria del Cavallino di Venezia sia alla galleria del Naviglio a Milano.
Composizione, 1957, Palazzo de Nordis, Collezione privata Famiglia Martiis, Cividale del Friuli
L’Europa e il mondo sono stati in grado di comprendere i suoi dipinti dal 1955, anno della mostra Tendances Actuelles di Berna, al 1959, con la serie di opere intitolate A proposito di Venezia.
Gli ultimi anni dell’avventurosa biografia dell’autore si svolgono tra Milano e Roma, fino al 1964, anno della sua precoce morte.