Il 17 marzo 1933 Hjalmar Schacht venne nominato presidente della Reichsbank. Da questa posizione, insieme ad Hermann Göring e Werner von Blomberg (generale e ministro della Reichswehr), aiutò il regime a pianificare gli investimenti per il riarmo tedesco. Il progetto prevedeva due piani di investimenti, uno di quattro anni per organizzare la difesa militare del Reich e l’altro, sempre di quattro anni, per costruire un poderoso sistema offensivo. Gli investimenti totali per far fronte a questi impegni furono stimati in 35 miliardi di Reichsmark.
Il 30 luglio 1934 venne nominato Ministro dell’Economia del Reich al posto di Kurt Schmitt. Il problema per Schacht, come per tutti i ministri che lo precedettero, era la necessità di far fronte alla richiesta di valuta estera per comprare materie prime di cui la Germania non disponeva. Venne quindi elaborato il “Nuovo Piano” economico che prevedeva che le priorità di acquisti dall’estero fossero spostati da materie prime per beni di consumo a quelle per l’industria militare. Oltre a questo si cercava di attirare a sé economicamente i paesi dell’Europa Centrale per creare un cordone di stati dipendenti dall’economia tedesca e funzionali al suo riarmo.
Di fatto il commercio con l’estero veniva controllato dal governo ed erano funzionale ai piani di riarmo. Le esportazioni servivano a fornire la valuta estera necessaria per comprare i beni che l’industria militare non disponeva in patria. Schacht nel tempo comunque entrò in conflitto con le gerarchie naziste in quanto non era convinto (a buone ragioni) che l’economia del Reich potesse essere autosufficiente e che la produzione interna di determinati prodotti (come il ferro) non aveva i requisiti di buona qualità.