Una valigia, un treno che parte, una città inesplorata, i musei aperti, nuove cose da scoprire. Arte, cibo, cultura e un po’ di libertà.
Dopo un tempo esageratamente lungo, abbiamo finalmente la possibilità di muoverci e recuperare tutte le cose messe da parte in questi mesi.
Io mi sono spostata verso Milano e ho vissuto a pieno tutte le piccole esperienze che vanno a costituire il viaggio stesso, anche per il semplice fatto che era da molto, troppo tempo che non avevo l’opportunità di vedere determinate cose per la prima volta.
La sensazione è stata inverosimile e quasi straniante. È bastato mettersi in coda fuori dal primo museo per trasformarsi in una bambina all’entrata del suo parco divertimenti preferito. Nell’atrio di ingresso si percepiva la presenza di una nuvola di incredulità unita a mistero che aleggiava fino alla prima sala. E poi lo stupore: opere, cornici dorate e un magico allestimento. Le poche persone nelle sale erano intente a compiere le tipiche cose da visitatori: c’era colui che fotografava ogni angolo, chi non si perdeva alcuna didascalia, quelli annoiati spaparanzati sulle poltrone centrali, chi voleva provare a socializzare chiacchierando con i sorveglianti e la maggior parte che osservava le opere in estasi, me compresa. Avendo approfondito tele, disegni, affreschi, statue, palazzi per mesi e mesi senza aver mai potuto mettere in pratica questi studi, vedere questi capolavori con i miei occhi e non attraverso le pagine di un libro che odora di erba e vaniglia, mi ha fatto sentire come se questo interminabile tempo di chiusura non fosse mai esistito.
Prima sala della Pinacoteca di Brera
Ho potuto assaporare il dolce gusto della cultura, l’inebriante profumo dell’arte, ho avuto la libertà di ascoltare la calma delle immense sale ricche di tesori e sentire il vocio dei personaggi rappresentati nelle raffigurazioni che scalpitavano per essere osservati.
Pinacoteca di Brera
Ho avuto la fortuna di visitare musei molto diversi, con al loro interno dalle opere figurative medievali in allestimenti di colori decisi alle installazioni contemporanee di ardua comprensione in sale pure e impeccabili.
Fondazione Prada
Sono rimasta a bocca aperta entrando in chiese, basiliche e cattedrali edificate come se fossero state progettate dal cosiddetto Architetto di Dio.
Rientrare in luoghi che per gli storici e gli studiosi di storia dell’arte sono considerati come una seconda casa, è stato indiscutibilmente d’aiuto per la stimolazione della fantasia, della creatività, per dare la scintilla e una nuova forza utile per rialzarsi dopo ciò che ci è accaduto.
Museo del Novecento
Una parvenza di normalità è stata come la cosiddetta boccata d’aria che ha aiutato a dare un nuovo giro di chiave a quella vita che si stava accartocciando su sé stessa e su di noi. E, non voglio parlare a nome di tutti, ma il rimettere piedi, testa, occhi, anima e cuore nei musei è stata la botta di adrenalina che stavamo tutti aspettando.