Hjalmar Schacht nato a Tinglev nel 1877 fu un personaggio chiave dell’economia tedesca a cavallo tra gli anni venti e trenta del novecento. Economista preparato e rappresentante degli interessi del grande capitale tedesco, fu presidente della Reichsbank due volte: dal 1923 al 1930 e dal 1933 al 1939. Sotto il governo nazista dal 1934 al 1937 fu anche Ministro dell’Economia del Reich.
Di formazione liberale, cominciò la propria carriera nel settore privato occupando prestigiosi incarichi tra cui spicca dal 1903 il ruolo di capo dell’ufficio economico della Dresdner Bank, di cui fu vicedirettore dal 1908 al 1915. All’inizio della prima guerra mondiale si occupò per il governo imperiale tedesco del Belgio della gestione del settore bancario.
Artefice nel 1923 del blocco dell’iperinflazione durante la Repubblica di Weimar, partecipò in qualità di presidente della Reichsbank a tutte le commissioni per la rinegoziazioni delle riparazioni di guerra (Conferenza di Londra, prestito Dawes, Piano Young).
Il 7 aprile 1924, divenne presidente del consiglio di sorveglianza della Deutsche Golddiskontbank, principale istituzione finanziaria statale nata per sostenere il commercio con l’estero e aiutare gli approvvigionamenti di materie prime. Questa banca diverrà uno dei veicoli più importanti durante il regime nazista per attuare il riarmo e gestire i rapporti valutari con l’estero. Fu anche il mezzo con cui si gestì finanziariamente l’emigrazione della popolazione ebraica, spinta a lasciare la Germania dalla politica antisemita di Hitler, facendosi veicolo per la liquidazione dei beni ceduti in cambio della possibilità del loro trasferimento presso paesi esteri dopo un considerevole riduzione di valore.
Nel novembre 1918, Schacht fu uno dei co-fondatori del Partito Democratico Tedesco (sinistra liberale) dal quale si dimise polemicamente nel maggio 1926 per la linea di condotta tenuta su alcuni dei principali temi di quegli anni: la politica di spesa pubblica, ritenuta troppo generosa, promossa dai partiti facenti parte della Coalizione di Weimar e per la contrarietà di Schacht al referendum sull’espropriazione senza risarcimento dei beni delle case reali tedesche decadute.