Hitler dopo aver consolidato il potere a seguito della morte di Hindenburg, assumendo anche la carica di presidente, indirizzò la politica economica della Germania verso il riarmo
La disoccupazione passò dai 6 milioni del 1932 al milione del 1936, la produzione nazionale nel 1937 era aumentata del 102% rispetto al 1932 . Personaggio chiave di questo periodo fu il dottor Schacht che assunse nel 1934 l’incarico di ministro dell’economia forte delle sue credenziali tecniche, a suo tempo infatti, come governatore della Reichsbank, riuscì a domare in breve l’iperinflazione dell’inizio degli anni ’20.
Nei primi anni furono le opere pubbliche il principale veicolo usato dallo stato per domare la disoccupazione, oltre a questo vennero concesse importanti agevolazioni fiscali alle imprese che investivano e che incrementavano la manodopera.
Dal 1934 l’economia tedesca fu strutturata in maniera tale da soddisfare tutte le necessità richieste dall’esercito, in poche parole tutto venne indirizzato al riarmo. Nel 1935 Hitler nominò Schacht plenipotenziario generale per l’economia di guerra e gli diede i poteri per poter attuare tutti i preparativi in vista di una futura guerra.
Per finanziare i primi investimenti il ministro dell’economia utilizzò i beni confiscati agli ebrei e si appropriò dai depositi bancari stranieri bloccati nel paese. La parte più importante però venne dalla banca centrale che si mise a stampare denaro per coprire le spese dello stato.
Per poter approvvigionarsi di materie prime Schacht sottoscrisse trattati di scambio con dozzine di paesi a condizioni vantaggiose. Per nascondere alle altre nazioni le cifre in gioco del riarmo tedesco inventò i “Mefo”, buoni emessi dalla Reichsbank garantiti dallo stato e utilizzati per pagare l’industria militare e che potevano circolare nell’economia visto che potevano tranquillamente essere scontati dalla banca centrale. Un modo semplice per stampare denaro. Questi buoni avevano un altro vantaggio, non venivano registrati nella contabilità nazionale e falsavano quindi la percezione che all’estero avevano degli investimenti tedeschi nel settore militare.
Dal 1936 i piani economici della Germania erano tesi a rendere il paese autosufficiente in vista della futura guerra e le importazioni vennero ridotte al minimo indispensabile, furono introdotti controlli sui prezzi e sui salari, limitati i dividendi delle aziende e si creò una imponente infrastruttura industriale per fabbricare gomma sintetica, tessuti e combustibili grazie alle materie prima presenti in Germania.