La crisi economica scoppiata nel 2008, affrontata con pesanti politiche di austerity e un ulteriore dimagrimento dello stato sociale a danno delle classi subalterne, ha generato un’onda populista di destra e messo, contestualmente, sempre più in crisi quelle forze di centrosinistra colpevoli di aver abbandonato a sè stesso il mondo del lavoro. Alcuni osservatori hanno addirittura intravisto delle analogie con il periodo che ha aperto le porte al nazismo e al suo capo, Adolf Hitler. Questa serie di articoli ha l’ambizione di proporre una visione d’insieme di quelli che sono stati gli anni precedenti all’ascesa del nazionalsocialismo in Germania e, nello specifico, capire se esistono effettivamente degli elementi di contatto tra quel periodo storico ed il nostro.
Gli anni che precedono l’instaurazione del Terzo Reich sono quelli travagliati, ma anche densi di speranza della repubblica di Weimar.
La fine della prima guerra mondiale ha significato per la Germania Imperiale la sconfitta e il crollo del vecchio sistema retto dall’imperatore Guglielmo II. Per ironia della sorte, proprio dalla marina tedesca, così fortemente favorita da Guglielmo prima della guerra, arrivò il colpo ferale alla monarchia degli Hohenzollern: il rifiuto del comando e la sollevazione dei marinai a Wilhelmshaven e Kiel contro l’insensato sacrificio della guerra divenne un segnale rivoluzionario per tutta la Germania, e, partendo dal Nord, si formarono consigli di lavoratori appoggiati dalla maggioranza dei soldati. In Baviera, sotto la guida di Kurt Eisner, il 7 novembre fu proclamata la repubblica dei soviet. I soldati e gli operai che facevano parte dei consigli erano prevalentemente sostenitori dei partiti socialdemocratici e le loro più significative richieste erano due: la fine della guerra e l’umanizzazione della disciplina militare.
Il 9 novembre 1918, la “Repubblica tedesca” fu proclamata da Philipp Scheidemann dal Reichstag a Berlino. L’incalzare degli eventi portò all’armistizio dell’11 novembre tra la Germania e gli Alleati. La situazione caotica che si venne a creare in quei mesi e il venire meno di un’autorità a cui affidarsi perché ormai screditata si rivelarono i fattori determinanti per gli esiti sia immediati che futuri della giovane repubblica. Nel campo delle sinistre, la differenza di vedute tra i moderati, che avrebbero preferito un taglio meno netto col passato, e i rivoluzionari, pensiamo a Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg fondatori della Lega di Spartaco, si rivelò insanabile. Fu una frattura che giocò un ruolo chiave nella crisi che colpirà la repubblica 14 anni dopo.
Per cercare di riportare ordine nella situazione caotica e rivoluzionaria, il Partito Socialdemocratico Tedesco trovò un accordo con quell’esercito che liquidò la Lega di Spartaco (anche se di fatto rinascerà nel Partico Comunista Tedesco) e i suoi capi.
Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht vennero uccisi dai Freikorps a cui venne demandato il compito delle operazioni “sporche” su volontà di Gustav Noske (SPD) e del Capo di stato maggiore dell’esercito Wilhelm Groener. Questa vicenda rese insanabile il rapporto fra le sinistre che iniziarono a vedersi come acerrime nemiche anche al cospetto, più avanti, del forte avanzamento del nazismo.
Vennero sedate le rivolte, ma la situazione politica generale restò instabile e molto violenta, con omicidi eccellenti: nel 1921 venne ucciso Matthias Erzberger (politico cattolico che materialmente aveva firmato l’armistizio del 1918), nel 1922 analoga sorte spettò a Walther Rathenau, (ministro degli esteri) e si succedettero diversi tentativi di colpo di stato come il “Putsch di Kapp”, che coinvolse un gruppo di Freikorps e Wolfgang Kapp, e il più famoso “Putsch delle Birrerie” di Adolf Hitler a Monaco di Baviera nel 1923. Il nuovo corso repubblicano vide l’insediamento a Weimar, una cittadina lontana dai tumulti berlinesi e dalle principali città tedesche, della costituente composta principalmente dall’SPD con il 37,9%, il Zentrum (partito cattolico) 19,7%, Partito Democratico Tedesco (liberali) 18,6%, Partito Popolare Nazionale Tedesco 10,3%, Partito Socialdemocratico Indipendente di Germania 7,6%, Partito Popolare Tedesco 4,4% ed altri.
Il compromesso che diede vita alla Costituzione, una delle più avanzate allora vigenti, con una legge elettorale fortemente proporzionale, fece si che le principali forze politiche tedesche lo trovassero abbastanza soddisfacente da sostenerlo. Però, l’accettazione del Trattato di Versailles, in cui erano presenti pesanti riparazioni di guerra, fu uno dei punti salienti di cui si fece forte la retorica dei partiti conservatori per attaccare la repubblica e per cercare di restaurare la monarchia. Intanto, le condizioni sociali e la penuria di cibo che proseguirono anche dopo lo sblocco dei rifornimenti al paese da parte degli alleati, rappresentò a livello popolare un grosso vulnus, che insieme ad una generale instabilità politica e di governo alienò alla causa democratica non poche simpatie.
Tra le varie crisi di quegli anni ci fu la famosa inflazione del 1921/23: la necessità di pagare i debiti di guerra portò le autorità tedesche a stampare sempre più moneta per acquistare valuta pregiata così onorare i debiti. Naturalmente una simile politica non poteva essere sostenuta ad oltranza infatti si arrivò ad un punto in cui risultò impossibile utilizzare i marchi per l’acquisto di valuta straniera. Questo indusse la Francia, non vedendo soddisfatti i pagamenti delle riparazioni di guerra, a occupare la regione della Ruhr per utilizzare il carbone e le materie prime in luogo dei marchi-oro. Le pretese degli alleati erano pari al 26% delle esportazioni tedesche dell’epoca: una cifra mastodontica. Il problema comunque fu risolto emettendo una nuova valuta che era indicizzata all’oro e che in circa un anno riassorbì la valuta precedentemente stampata. Il tutto si risolse tra il 1924/25 con vari decreti che stabilizzarono l’emissione e il controllo delle transazioni monetarie.
Questi eventi lasciarono delle cicatrici nella società tedesca, soprattutto nel ceto medio che vide i propri risparmi andare in fumo.In tutto questo sconquasso, un giovane politico, conosciuto all’epoca solo nel territorio bavarese, iniziava a lavorare sottotraccia, il suo nome era Adolf Hitler. Il tempo per sfruttare le disgrazie della Germania arrivò qualche anno più tardi, non sulle ali dell’inflazione, ma piuttosto su quelle della disoccupazione.