Nel mese di dicembre sono partiti da più fronti le iniziative per favorire, sia a livello europeo che italiano, l’uso degli OGM e delle Nbt (New Breeding techniques) in agricoltura; si rischia di ignorare ciò che predicano gli esperti del settore: il modello agricolo basato sulle monocolture e gli Ogm è fallito per costi alti, per danni all’ambiente, alla salute, ai diritti. Le istituzioni europee si sono schierate a difesa del principio di precauzione, restano però delle criticità per l’uso di soia e mais transgenici usati direttamente nell’agricoltura e indirettamente negli allevamenti intensivi. E i Trattati di libero commercio in via di definizione agevolano le importazioni di prodotti agricoli e carni con OGM e Nbt.
Chi e come ha tentato il colpo di mano?
Nei mesi scorsi tre europarlamentari, tra cui l’italiano Paolo De Castro, avevano pressato la Commissaria alla salute Kyriakides per sdoganare OGM e Nbt, questi ultimi già paragonati dalla Corte di Giustizia europea, nel 2018, come nuovi OGM. Nel dicembre scorso, su proposta dell’ex Ministra Bellanova, ora dimissionaria, erano all’ordine del giorno in Commissione Agricoltura del Senato quattro decreti pro OGM e Nbt; dopo aver ottenuto una prima approvazione in Commissione Agricoltura al Senato, è arrivato il deciso rifiuto della Camera; per di più, il Senato si è ravveduto e ha successivamente votato all’unanimità un testo sul biologico. Tra i passaggi più interessanti, questa legge prevede la creazione di un marchio bio italiano che consentirà ai consumatori di poter subito identificare quei prodotti che provengono da filiere al 100% biologiche.
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Cosa sono le Nbt? Supporto o minaccia?
Le Nbt, assimilate agli Ogm, sono nuove tecniche di miglioramento genetico con l’obiettivo di creare una nuova serie di piante geneticamente modificate, assimilate dalla Corte di giustizia europea agli OGM. Possono influire, come gli Ogm, sulla sicurezza dei prodotti, sulla salute delle persone e sull’ambiente. L’Istituto di Biosicurezza tedesco, dopo aver studiato nel 2019 gli effetti indesiderati delle Nbt, ha registrato una serie di mutazioni indesiderate su parti del loro DNA, denunciando una sottovalutazione degli effetti dannosi. Il genetista Salvatore Ceccarelli ha affermato che OGM ed Nbt modificano l’ambiente che si intende controllare. Funghi, parassiti, erbe infestanti diventano resistenti, con la conseguente necessità di aumentare erbicidi e antiparassitari.
Come mai il fallimento dell’uso di Ogm?
Il modello Ogm, basato sulle monocolture, sta dimostrando il suo fallimento innanzitutto per non aver permesso il controllo delle infestanti. Ne consegue la necessità di aumentare sempre più sia i diserbanti che i pesticidi, sostanze ad alta tossicità, sia i fertilizzanti sintetici, per mantenere gli standard di produzione. Il tutto con un aggravio dei costi di produzione. Con Ogm e Nbt grande soddisfazione e aumento dei profitti per le Multinazionali del settore che controllano nello stesso tempo il 70% dei semi e il 75% dei pesticidi, ma nello stesso tempo attacco alla biodiversità con enorme svantaggio biologico per la vegetazione. Il tutto in aperta violazione del principio di precauzione, quel principio che garantisce la tutela della salute dei cittadini a monte e non a valle.
Quali prodotti risultano maggiormente “inquinati” da Ogm?
Innanzitutto soia e mais transgenici utilizzati nell’80% nel mondo e anche in Italia per i mangimi negli allevamenti intensivi: soia per l’apporto proteico e mais con funzione energetica.
Con questo uso un doppio risultato, innanzitutto un aumento del terreno votato all’agrobussiness, con i signori del cibo che devastano i paesaggi agrari mettendo a soqquadro gli equilibri ambientali e climatici, provocando desertificazioni, fame e grandiosi spostamenti di persone, trasformando i contadini espropriati delle loro terre in lavoratori salariati, che producono cibo che non mangeranno.
Le monocolture del mais e della soia diventano così una minaccia anche in relazione ai Trattati di Libero commercio; se approvati, TTIP, CETA, MERCOSUR agevolerebbero l’import in Unione europea di prodotti mal…trattati, senza adeguate etichettature e con un prezzo concorrenziale in rapporto all’agroalimentare made in Italy, un arrivo minaccioso per tutti gli onesti agricoltori del nostro Paese che si dedicano a produzioni di qualità in osservanza alle leggi vigenti.
Tre i grandi produttori di soia, Brasile, Stati Uniti e Argentina, ma il più grande importatore è la Cina che nutre i 500 milioni di suini allevati in un anno; per il mais transgenico Stati Uniti, Cina, Brasile, Argentina.
L’ Europa dipende da queste produzioni, dunque ci arrivano prodotti lattieri, formaggi, carne e prosciutti, anche se l’UE impone l’etichettatura degli Ogm nei prodotti, ma ricordiamo, ulteriore danno, non esiste alcun obbligo di segnalare OGM e Nbt per i mangimi destinati all’alimentazione degli animali allevati.
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Fonti
Gianni Tamino, biologo, già europarlamentare, Il bivio genetico, ed. Ambiente, 2001
Gabriele Bindi, Cibo ribelle, Terra nuova edizioni, 2020
Giorgio Vincenzi, “Ribelliamoci ai signori del cibo”, il manifesto, 24 dicembre 2020
Francesco Bilotta, “I nuovi Ogm minacciano l’agricoltura”, il manifesto, 28 gennaio 2021