La nostra regione ha subito eventi sismici importanti. L’Orcolat, così i bambini chiamavano il terremoto, ha distrutto tutto, ma a partire dalle macerie è stato possibile immaginare una nuova vita, ricostruire case e interi paesi. La stessa cosa non si può dire per quel che riguarda l’architettura del sistema amministrativo regionale.
Negli ultimi quindici anni, per dare un segno tangibile della volontà di avviare un processo di semplificazione del sistema amministrativo e di contenimento dei costi, le Province sono state smantellate. Ma a fronte di questo processo sismico a bassa intensità non c’è stata alcuna ricostruzione a portare qualcosa di nuovo e duraturo.
Tre sono i passaggi che vale la pena ricordare.
Si è cominciato con la Legge regionale 1/2006 “Principi e norme fondamentali del sistema Regione – autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia” dell’allora Presidente regionale Riccardo Illy: la norma sanciva la possibilità di istituire volontariamente gli Ambiti di Sviluppo Territoriale (Aster) spingendo sulle fusioni tra Comuni, non toccando le Province.
Si è continuato poi con la Legge regionale 26/2014 “Riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Fvg. Ordinamento delle unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative”. L’allora Presidente Debora Serracchiani calcando la mano e ignorando le ritrosie del territorio, ha varato la legge delle Uti con la conseguente abolizione delle Province.
Evidentemente qualcosa non ha funzionato se successivamente con la Legge regionale 71/2019 “Esercizio coordinato di funzioni e servizi tra gli enti locali del Friuli Venezia Giulia e istituzione degli Enti di decentramento regionale” l’attuale Presidente Massimiliano Fedriga si è sentito in dovere di attuare la legge dei “liberi Comuni ” che fa rientrare dalla finestra quello che era stato sbattuto fuori dalla porta: gli Edr, Enti di decentramento regionale.
Ciliegina sulla torta, dal 2023 questi enti potrebbero tornare ad essere elettivi e dar luogo a strutture legislative e politiche intermedie di area vasta con funzioni, dotazioni finanziarie e personale propri.
L’iter è appena cominciato ma la storia non ha ancora un esito scontato.