Diritti alla salute e ai vaccini compressi tra gli interessi delle Aziende farmaceutiche e le politiche talvolta poco lungimiranti degli Stati; lanciata in Europa una petizione ICE che permetta di agevolare l’accessibilità a farmaci e vaccini a Stati e cittadini e introduca obblighi legali per le Aziende finanziate dagli Stati.

Accordi tra Ue e Case farmaceutiche

L’Unione Europea ha concluso accordi con varie case farmaceutiche per rendere disponibili a tutti i cittadini europei i vaccini contro il Coronavirus; per raggiungere questo obiettivo, i Paesi membri hanno messo a disposizione delle aziende farmaceutiche ingenti risorse di denaro pubblico. Ma, nonostante il forte coinvolgimento economico degli Stati e dell’UE, una volta conclusi i trial clinici e approvato il vaccino/farmaco, il brevetto rimane di proprietà privata delle aziende produttrici per vent’anni e le aziende del farmaco e potranno trattare con i governi da una posizione di forza.

Come avete potuto leggere in questi giorni, la strada già difficile si è ulteriormente complicata, la corsa all’immunità sta rallentando per il taglio al 29% della fornitura comunicato da Pfizer-Biontech venerdì scorso, con le regioni italiane penalizzate per quote superiori al 50%, come per il FVG, meno 54%.

Di fronte al timore che le aziende vendano a chi paga di più, la Commissione europea ha giustamente confermato il sostegno alla scelta di fare acquisti di gruppo, per evitare concorrenze deleterie tra gli Stati europei e garantire anche i Paesi poveri, dai Balcani all’Africa.

Accesso ai vaccini

Numerosi ricercatori, varie personalità del mondo scientifico e della cultura, insieme a molti movimenti progressisti europei, si sono mobilitati affinché sia garantito l’accesso universale ai vaccini, Il Sudafrica, l’India e il Giappone hanno avanzato all’OMC, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, la richiesta di una revisione/moratoria degli accordi TRIPs sulla proprietà intellettuale, almeno per quanto riguarda i trattamenti riferibili al Covid; purtroppo la richiesta di una discussione con procedura d’urgenza non è stata accettata. Di fronte a questa situazione, un gruppo di personalità europee, ricercatori e attivisti, ha presentato un’ICE, Iniziativa dei Cittadini Europei.

L’ICE e il lancio della petizione

L’ ICE è lo strumento istituzionale attraverso il quale è possibile proporre una concreta modifica legislativa alla Commissione Europea; la richiesta è stata accettata e si è lanciata la petizione. Una volta raggiunto 1 milione di firme, la Commissione è obbligata a prendere un’iniziativa sulla materia. Sostanzialmente si chiede all’Unione europea di mettere al primo posto la Cura; in ogni nazione è nato un Comitato promotore.

Almeno 7 Stati della UE dovranno raccogliere una quota minima di firme per garantire che la petizione sia presa in considerazione dalle istituzioni europee, scadenza il 30 novembre 2021. Raccolte per ora in Italia 25.000 firme, si punta a raccoglierne 180.000 compreso un margine di sicurezza.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario costruire la più ampia convergenza possibile tra tutti coloro, realtà collettive e singoli, che ritengono fondamentale la tutela del diritto alla salute come parte integrante dei diritti umani universali.

Tra i promotori dell’ICE Vittorio Agnoletto, Medicina Democratica, Gino Strada, pres. Emergency, Silvio Garattini, Medico ricercatore, fondatore dell’Istituto Mario Negri, Don Luigi Ciotti, pres. di Libera, Monica Di Sisto, vice pres. Fairwatch, Ricardo Petrella, economista, Agorà degli abitanti della terra, Marco Bersani, resp. Attac italia, Raffaella Bolini, resp. Global Dialogue, Maria Bonafede, pastora valdese, Roberto Morea, pres. transform! Italia, Franco Cavalli, oncologo svizzero.

Come Comitato StopTTIP di Udine abbiamo dato la nostra adesione, vi invitiamo ad agire. Partecipate con la vostra firma al link: www.noprofitonpandemic.eu/it e, se potete, datene comunicazione a stopttipud@gmail.com