Con l’arrivo di risorse finanziarie aggiuntive di derivazione europea, nazionale e regionale che dovranno essere presto allocate, il dibattito sugli investimenti così come quello sui lavori pubblici appare con sempre maggior frequenza in primo piano.
Nell’Italia di oggi nessuno mette più in discussione il fatto che sia necessario sostenere la crescita con nuova spesa in deficit. Al fine di realizzare o rinnovare le opere pubbliche di cui hanno estrema necessità, i Comuni non dovrebbero fare la parte delle comparse ma quella degli attori principali. Strategici saranno gli investimenti per recuperare i danni economici e sociali che il virus ha causato ad un’economia nazionale già fortemente indebolita dalla crisi del 2008 e mai più ripresa completamente. Le risorse pubbliche dovranno essere indirizzate verso investimenti a forte impatto sociale: salute, educazione, ambiente, risparmio energetico e mobilità. Solamente a livello locale, ovvero attraverso il coinvolgimento di Comuni e Comunità, potranno emergere le esigenze effettive di infrastrutture e servizi necessari alla collettività. Dovrebbe essere poi compito della Regione mettere a punto progetti e strumenti idonei nelle corrette dimensioni di scala. Purtroppo sappiamo che accadrà il contrario di quanto descritto e che le decisione seguiranno un flusso contrario a quanto una logica democratica e partecipativa vorrebbe.
Quel che è certo è che pubblico e pubblica utilità devono ritornare ad essere centrali così come significative devono essere le risorse liberate. In una logica che evoca il ruolo centrale dell’azione degli apparati dello stato, gli enti locali hanno il compito di costruire un orizzonte chiaro in cui progetti a a forte impatto sociale saranno fondamentali. Gli investimenti così come i lavori pubblici, a cui si collegano tutte le dinamiche degli appalti pubblici, non dovranno ostacolare l’iniziativa privata, che già si realizza attraverso il Partenariato Pubblico Privato, ma dovranno realizzare le condizioni per una sua crescita equilibrata, volta a tutelare la vita e il benessere della comunità dove è più necessario: ambiti di fragilità sociale, nuovo welfare, economia e riorganizzazione della vita delle persone. Tutti temi di cui sentiremo a lungo parlare.