Manca pochissimo all’apertura della 17esima mostra d’arte di Illegio, che inaugurerà nel pomeriggio di domenica 16 maggio sulle note di Chopin, un accompagnamento musicale a pianoforte che verrà trasmesso in tutte le sale della mostra.
Come dichiara il curatore della mostra Don Alessio Geretti, ci saranno diversi colpi di scena di bellezza ed arte: è questa la premessa che attira immediatamente la nostra attenzione e curiosità. Ad affascinarci e catturare il nostro interesse è anche il suo attento ma fluido modo di parlare, la voce calda e accogliente e soprattutto la passione che è in grado di trasmettere facendola passare direttamente dal cuore fino al nostro animo.
Nella nuova mostra, il titolo “Cambiare” diventa emblematico e simbolo di una trasformazione che inizia dalla letteratura, dalla mitologia, dalla storia, ed arriva fino al tempo che stiamo vivendo: diventa quindi un messaggio messo a dura prova dalla pandemia, che trova nell’arte e nelle persone, il coraggio di rinascere e ripensarsi.
Edmond Leroy-Dionet, La libertà che guida il popolo (copia da Delacroix), ante 1893
Trenta capolavori d’arte di provenienza internazionale presenteranno mezzo millennio di bellezza: si partirà dal Cinquecento con Tintoretto, passando nel Seicento con Antoon Van Dyck, toccando i preraffaelliti, mostrando due Monet e concludendo nel Novecento con opere di Giacomo Balla e Lucio Fontana.
Antoon van Dyck, Le tre età dell’uomo, 1625-27
Tra gli inediti spicca un ritratto di Pablo Picasso del 1943, un dipinto pienamente cubista facente parte di una collezione privata e visto l’ultima volta dal pubblico circa 70 anni fa. Esso costituisce una delle declinazioni ritrattistiche di Dora Maar, realizzate dal pittore durante la loro relazione. La fotografa e pittrice condividerà con Pablo gli anni della Guerra Civile spagnola e della Seconda Guerra Mondiale e probabilmente è anche a causa di questi contesti che l’artista l’ha sempre rappresentata come una donna triste, con una particolare inclinazione per la drammaticità della vita, in preda al pianto e allo strazio. Nel quadro esposto in questa mostra ci appare una figura che ha perso la sua plasticità riducendosi a semplici piani geometrici policromi.
Pablo Picasso, Ritratto di donna, 1943
Il curatore dà anche una succosa anticipazione: quest’estate alla mostra si aggiungerà una nuova opera 600esca probabilmente italiana; queste le uniche informazioni che riusciamo a ricavare dalle parole di Don Alessio.
“Non tutto cambia nella vita, ma nella vita accadono cose che cambiano tutto.”
Lo stesso vivere è un essere pronti a cambiare, solo l’inerte resta identico a sé stesso. È questo che desidera trasmettere la mostra: vuole far riflettere sull’esperienza della nostra esistenza.
“Il luogo della pienezza è il futuro, non la spensieratezza del passato”. L’esposizione tenterà di suggerire la via, rammentandoci che si dipingono storie di cambiamenti per non lasciarci cambiare in peggio dalle amare vicende passate, dalla rassegnazione o dalla superficialità.
Per cinque mesi questa mostra saprà dare il suo importante contributo alla cultura della nostra regione come segno di vitalità, crescita e bellezza in totale sicurezza grazie alla regolamentazione del flusso e alla sanificazione degli ambienti.